Quantumnauts – Chapter 1: Speed of Light, Space Pirates and Multiverses
Il giovane Bob Marshall, musicista in una band heavy metal, si trascina a casa barcollante in seguito a un concerto e all’immancabile bevuta. All’improvviso il suo corpo viene teletrasportato all’interno di una nave spaziale: l’occupante, che si identifica come un viaggiatore dei multiversi – un ‘Quantumnauta’ -, chiarisce che è lì a causa di un madornale errore di coordinate: neanche il tempo di rimediare allo sbaglio e di portare a bordo il vero capitano, che l’astronave viene attaccata dai pirati spaziali e, in completa avaria, finisce su un mondo del tredicesimo universo. Dopo aver osservato il decesso del Quantumnauta, a Bob non resta che rubare la sua identità ed esplorare il pianeta in cerca di un modo per tornare a casa. Scoprirà un sistema politico dittatoriale contrastato da un pugno di ribelli in cui milita la giovane e ovviamente bellissima Neena.
“Quantumnauts – Chapter 1” (2010) rappresenta l’ingresso nel mondo delle avventure commerciali da parte della Midian Design (dietro cui si cela un unico sviluppatore, Danilo Cagliari), già responsabile dell’umoristico freeware “J.J. Gun e l’Isola di Sepheret”.
Durante i primi minuti si può osservare come il gioco paghi lo scotto di uno sviluppo affrettato, a cominciare dalla generale pochezza grafica (scarsezza di animazioni, assenza di ombre complesse, location spoglie) fino ad arrivare a una certa mancanza di rifiniture (inventario pesante, qualche interazione nulla). È possibile chiudere un occhio di fronte a tali magagne se si tiene conto del team di sviluppo ridotto a una sola unità, della scelta dell’engine (il gratuito Adventure Game Studio) e del prezzo davvero contenuto, ma è anche giusto constatare che i suddetti limiti sono stati gestiti decisamente meglio in altre occasioni (come nel caso dei titoli Wadjet Eye).
Proseguendo nell’avventura è però possibile farsi un’idea più precisa riguardo agli intenti dell’autore: “Quantumnauts” sembra infatti un titolo dalle ambizioni non elevatissime, una sorta di test sul campo in vista di progetti più complessi. La scarsa longevità conferma tale ipotesi e probabilmente il desiderio di ricevere del feedback il più presto possibile.
Quella che sembra una scusante rappresenta in realtà un onesto banco di prova per l’autore, evidentemente desideroso di migliorare in vista di progetti futuri.
Non è quindi una sorpresa se l’avventura si presenta accessibile grazie al tono leggero e scanzonato, pieno zeppo di citazioni sci-fi e strizzate d’occhio agli oldgamer. Nonostante una cura forse eccessiva circa il background relativo alla situazione sociale del pianeta (in fin dei conti piuttosto superfluo), “Quantumnauts” si accontenta infatti di essere piacevole grazie a enigmi quasi sempre logici, a qualche situazione comica o surreale e all’irriverenza del protagonista (una via di mezzo fra il Jack di “Innocent Until Caught” e “Simon the Sorcerer”).
Benché non faccia ribaltare dalla sedia, l’umorismo adottato si rivela gustoso in diverse occasioni e, più in generale, l’intero prodotto è permeato di quel rilassante profumo old school che favorisce senza dubbio la giocabilità.
Pollice verso per le musiche, incomprensibilmente sparate a un volume folle e fin troppo invadenti; assenti doppiaggio ed effetti sonori.
“Quantumnauts – Chapter 1” è un primo tentativo sicuramente perfettibile, ma l’umiltà dell’autore italiano fornisce un’ottima base in vista di futuri miglioramenti.
La citazione:
Bob: (osservando delle incisioni) C’è l’Esercito Ombra che combatte contro un altro popolo, delle astronavi a forma di polipo nel cielo… C’è anche una figura che ricorda Neena, quei capelli può averli solo lei. C’è anche un tizio con una faccia davvero stupida.
Bob: Hey!! Ma quello sono io.
Bob: Avevo visto male, è davvero un tipo interessante, portamento da condottiero e sguardo fiero.
Febbraio 5, 2013 martedì at 5:11 am