The Binding of Isaac

Uno shooter di elevatissima difficoltà in cui è impossibile salvare. Obbligo di ricominciare il gioco – e non solo il livello – da capo in caso di morte. Una totale randomizzazione di bonus e nemici che rende ogni partita diversa e più o meno ‘fortunata’. Grafica e sonoro ridotti ai minimi termini.
Questo è “The Binding of Isaac”, probabilmente l’espressione migliore di un certo settore della produzione indipendente rivolto ai veri smanettoni della tastiera, quelli in cerca di una vera sfida e incapaci di spaventarsi di fronte a una struttura, spesso frustrante, che richiede un deciso impegno nell’imparare ogni piccolo stratagemma. (altro…)

Another World

Fin dalla (bellissima) cover è possibile comprendere il setting di “Another World”: la silhouette di un uomo si staglia su un promontorio e abbraccia un brullo e – con ogni probabilità – ostile panorama; dietro di lui, una creatura cerca di tenere a bada una bestia.
Un esperimento scientifico andato male ha catapultato Lester (questo è il nome del protagonista, come si apprende esclusivamente dal manuale) in quel mondo alieno, in cui si materializza improvvisamente all’interno di una sorta di vasca (artificiale?). Non c’è tempo da perdere: il giocatore deve prendere in mano i controlli e tirar fuori Lester da lì. Ma prima di accorgersi che la mancanza d’aria può causare la sua dipartita, ecco spuntare anche dei famelici tentacoli in procinto di afferrarlo. Non appena si esce dall’acqua si scorgono per un attimo i canyon sconfinati e il cielo illuminato da due lune crescenti, ma esitare costerebbe la vita: si è infatti costretti ad allontanarsi di corsa o il mostro afferrerebbe l’uomo dal bordo della vasca. Ancora qualche passo e un’enorme bestia tenterà di fargli la pelle, inseguendolo fino a un precipizio. (altro…)

Fallout

Accostarsi a “Fallout” senza la riverenza che si prova verso i grandi classici è davvero impossibile. Fulgido esempio del genere, l’rpg della Interplay è un titolo figlio dei suoi tempi, quando era più frequente imbattersi in produzioni rivolte al cosiddetto target hardcore.
In effetti, tale natura rivela tanto i punti di interesse quanto i fattori che potrebbero, per così dire, respingere chi lo approccia oggi per la prima volta. (altro…)

The Misadventures of P.B. Winterbottom

Nonostante ancora oggi sia guardato con un certo sospetto, il digital delivery ha senza dubbio aperto le porte a una schiera di titoli indie fino a qualche tempo fa irrealizzabili e, soprattutto, impossibili da far arrivare al grande pubblico. Il rifugio per progetti di questo tipo era costituito esclusivamente dall’underground videoludico, quel terreno sconosciuto ai più nel quale si muovono tutt’ora diversi titoli amatoriali molto interessanti e sperimentali: purtroppo, per la loro stessa natura, tali produzioni devono accontentarsi di volare basso anche a causa dell’assenza di budget e di una vetrina adeguata. (altro…)

Last Express, The

Il servizio ferroviario dell’Orient Express (fondato dalla francese Compagnie Internationale des Wagons-Lits) cominciò nell’anno 1883, mirando a favorire il collegamento fra l’Europa l’Oriente e, nello specifico, tra la città di Parigi e l’antica Costantinopoli. Ovunque, il suo nome era sinonimo di lusso, e il suo successo portò ben presto ad estendere il servizio verso altri tragitti.
La risonanza fu tale che la linea ha provocato molte omonimie e ‘tentativi di imitazione’ anche da parte di compagnie private, e non si contano le opere di finzione che hanno utilizzato il treno come sfondo per vicende spesso oscure e misteriose. Fra gli esempi di maggior rilievo, si ricorda in primo luogo “Dalla Russia con Amore”, secondo film della saga di James Bond (in cui le eleganti carrozze fungono da teatro per la lunga fuga dell’agente segreto al servizio di Sua Maestà) e, soprattutto, uno dei romanzi gialli più famosi di Agatha Christie, che ha per protagonista l’investigatore belga Hercule Poirot (per noi videogiocatori esiste anche la trasposizione avventurosa “Agatha Christie: Assassinio sull’Orient Express”).
Ufficialmente, l’Orient Express è stato chiuso definitivamente nel 1977, ma esiste tutt’oggi un servizio che si fregia di questo nome, la cui corsa parte da Parigi e termina a Vienna.
Tralasciando le linee che nacquero successivamente, l’originale servizio dell’Orient Express fu interrotto in occasione dei due conflitti mondiali. (altro…)

To the Moon

La dottoressa Eva Rosalene e il dottor Neil Watts sono specializzati in un compito a dir poco particolare: entrare nel passato di persone in fin di vita e ‘innestare’ falsi ricordi al fine di soddisfare l’ultimo desiderio del morente. Il nuovo caso riguarda quello di Johnny Wyles, un uomo – ormai in coma – con il sogno, apparentemente inspiegabile, di andare sulla luna. Il lavoro dei due dottori è quindi quello di ‘riavvolgere’ la vita di Johnny attraverso dei link mnemonici fino ad arrivare alla sua infanzia, dove potranno scoprire il motivo del suo desiderio e iniziare a costruire l’impalcatura che sorreggerà il falso ricordo.

To the Moon”, realizzato quasi unicamente da Kao Gao (etichetta Freebird Games, 2011), è un titolo figlio dei suoi tempi, realizzabile solo in un tempo in cui il mercato indipendente è capace di dettare legge e stabilire trend, trasformando i limiti in punti di forza.
Si potrebbero infatti spendere fiumi di parole nel tentativo di elogiare la grafica minimale e il gusto rètro del gioco in oggetto, ma la verità è che la reale volontà dell’autore era quella di raccontare una storia. Il budget risicato non l’ha fermato: armato di un semplice tool (l’RPG maker, generalmente utilizzato per sviluppare giochi di ruolo), Kao Gao ha di fatto evitato una lunga serie di convenzioni videoludiche, scelto di non creare una sfida per il giocatore e sfruttato al meglio i limiti tecnici, riuscendo a realizzare un racconto intimista in cui non esistono supereroi, soldati armati di tutto punto o situazioni fantastiche.
Con i suoi enigmi praticamente assenti e i dialoghi verbosi, è quindi la storia al centro dell’intera produzione, pertanto è corretto bilanciare il focus della valutazione a favore di essa. (altro…)

Star Wars: Dark Forces

In seguito alla distruzione della prima Morte Nera, l’Impero Galattico dà il via a una serie di iniziative alternative per sconfiggere l’Alleanza Ribelle una volta per tutte. Una di queste è il progetto ‘Dark Trooper’ del generale Mohc, che consiste nella costruzione di una serie di droidi da battaglia letali e di potenti esoscheletri altamente equipaggiati come complemento o sostituzione delle classiche truppe d’assalto imperiali. L’Alleanza Ribelle spedisce quindi Kyle Katarn, mercenario ed ex agente dell’Impero, a indagare sulla faccenda.

La prima incursione della LucasArts nel campo degli sparatutto risale al 1995 ed è storicamente rivoluzionaria: “Dark Forces”, diretto da Daron Stinnett al suo esordio nella casa californiana (ma non va dimenticato il grafico Justin Chin, vero creativo dietro al progetto), simboleggia senza dubbio una delle tappe fondamentali per il genere, delineando una concreta direzione per molte produzioni future. (altro…)

Mafia 2

Tanti “Grand Theft Auto” ed emuli sono passati sotto i ponti dal primo, originale “Mafia” del 2002, e l’equivoco più comune per i giovani videogiocatori (molti dei quali ‘guadagnati’ con l’uscita multipiattaforma) è quello di considerare il titolo dei 2K Czech come ‘l’anti GTA 4’ per eccellenza. A differenza dell’estasi di libertà garantita dai prodotti Rockstar, per apprezzare “Mafia 2” è infatti necessario comprendere e accettare la struttura free roaming di facciata e lasciarsi trasportare da eventi in realtà molto lineari, che lasciano spazio a pochissime divagazioni perlopiù accessorie. (altro…)

Stacking

Il capofamiglia degli umili Blackmore è raggiante per aver ottenuto un buon posto di lavoro per conto di un potente industriale, noto come ‘il Barone’. Ma quando il padre non fa più ritorno, il perfido magnate viene a riscuotere dalla famiglia, costringendo ai lavori forzati tutti i figli meno il piccolo Charlie, considerato troppo giovane. Armato solo di un’imprevedibile e sottovalutata arguzia, l’ultimogenito dei Blackmore parte per una grande avventura nel tentativo di liberare i fratelli dalle grinfie del Barone.

In seguito ai grossi sforzi di produzione relativi a “Psychonauts” e “Brutal Legend”, la Double Fine sceglie di cambiare strategia e di affidarsi a una serie di brevi prodotti a basso budget ideati per il mercato – oramai affermato – del digital delivery, con l’implicita richiesta di dribblare le difficoltà economiche con slanci di creatività.
Stacking” di Lee Petty (2011) è un esempio perfettamente riuscito in questo senso. (altro…)

Rise of the Dragon

All’interno di una buia e sinistra Los Angeles del 2053, la figlia del ripugnante sindaco Vincenzi è trovata morta in circostanze poco chiare: il primo cittadino assume quindi il detective privato William ‘Blade’ Hunter per indagare sul caso. Armato di una semplice pistola e dell’immancabile impermeabile marrone, Blade porterà alla luce un traffico di droga gestito dalla Mafia Cinese, dietro cui si cela un misterioso personaggio la cui vera natura potrebbe non appartenere a questo mondo.

Anno 1990. Lo stile Lucas non ha ancora riscritto definitivamente le regole dell’avventura grafica, e diverse software house sono libere di proporre la propria ‘interpretazione’ del genere. La Dynamix, già nota per titoli come “Mechwarrior” e “Red Baron”, viene acquisita dalla Sierra On-Line e si offre di dire la sua con un gioco a suo modo sperimentale che getta alcune basi che l’azienda avrebbe ripreso anche nelle future produzioni. (altro…)

Arriva l’Interessometro!

Volendo analizzare un videogioco modo un po’ diverso dalla solita recensione e cercando anche di assecondare la mia forma mentis, ho pensato di focalizzarmi su quelli che possono essere i ‘punti di interesse’ del titolo preso in esame. Nella fattispecie, si prova a stabilire se ci si trova o meno di fronte a qualcosa che possa aggiungere, innovare o perfezionare. Ancora, si tenta di contestualizzare l’analisi in base al target a cui si rivolge il videogioco e si osserva l’importanza che eventualmente può avere su un determinato pubblico. Infine, si stabilisce anche una ‘percentuale di interesse’, il tutto al di là della qualità stessa del titolo, che resta ai margini del discorso. Un approccio quasi ‘didattico’, diciamo: ed è così che nasce l’INTERESSOMETRO. (altro…)

Innocent Until Caught 2: Guilty

Tempi duri per Jack T. Ladd: durante un disperato – e demenziale – tentativo di furto (rubare da un camion del latte), il giovane ladruncolo viene colto in flagrante dalla tenace Ysanne Andropath, agente della polizia federale galattica, e condotto in manette sulla sua astronave. Nessuna cella, però, può tenere a bada il nostro Jack, che in poco tempo riesce a evadere; Ysanne, nel frattempo, svela una minaccia aliena proveniente da un remoto pianeta. Ai due non resterà quindi che siglare un’alleanza forzata e temporanea al fine di sventare il pericolo, cercando nel frattempo di ripulire, a uno a uno, gli altri pianeti in difficoltà.

Tentare di racimolare qualche entrata facile proponendo un sequel di un titolo di successo è la strategia preferita di molti produttori. “Innocent Until Caught” non era stato una hit irrinunciabile, ma si trattava di un’avventura spensierata e rassicurante che riusciva a divertire senza troppe pretese. È però con un approccio eccessivamente ‘di comodo’ che i Divide by Zero (con Andy Blazdell di nuovo a capo del progetto) si sono avvicinati a “Guilty: Innocent Until Caught 2” (anno 1995): nonostante qualche miglioria tecnica (ben poche, a dire il vero), il gioco risulta infatti un prodotto poco ispirato e tutt’altro che necessario, che perde il confronto anche con il – comunque non eccezionale – predecessore. L’impressione generale è che gli autori abbiano cercato di confezionare un prodotto in fretta e furia per far facilmente cassa in vista di un titolo più ambizioso (“The Orion Conspiracy”), curando alla bell’e meglio i vari aspetti.
Ma andiamo con ordine. (altro…)

Innocent Until Caught

Il simpatico ladro Jack T. Ladd, durante un viaggio di routine con la sua nave spaziale rubata, viene beccato dal temutissimo fisco che gli impone di pagare tutti i suoi debiti: la condanna consiste in una lunghissima serie di torture, la morte e la vendita di organi (non necessariamente in quest’ordine). Atterrato sulla luna di Tayte, Jack dovrà rapidamente trovare un lavoro (poco importa se legale o meno) per saldare il seccante debito. Sulla sua strada, però, troverà approfittatori senza scrupoli, dittatori fanatici, sgraditi nuovi amici e perfino l’amore.

Innocent Until Caught” è un’avventura sviluppata dalla Divide by Zero (con a capo Andy Blazdell) ed uscita sotto etichetta della gloriosa Psygnosis nel 1993.
L’ambientazione è futuristica e pesantemente sci-fi, mentre il tono è irriverente/demenziale – un mix molto raro nel mondo dei videogiochi, ma in questo caso si può dire che sia grosso modo riuscito: a situazioni crude e talvolta anche violente (sulla sporca e malfamata Tayte regna la criminalità) si contrappone un’impostazione molto sopra le righe, con dialoghi sempre umoristici e numerose scenette comiche.
Il target di pubblico a cui si rivolge l’avventura è, comunque, piuttosto adulto: frequenti appaiono infatti le allusioni e i riferimenti sessuali, che restano comunque nei limiti del buon gusto ma indirizzano lo humor verso uno stile più ‘da caserma’ che può essere fruito appieno dai più maturi. Il protagonista, Jack, racchiude un po’ tutte queste caratteristiche: è un uomo che non guarda in faccia a nessuno, egoista e pronto a giocare sporco per arrivare al suo scopo, che sia l’amore, il denaro o la semplice sopravvivenza. È un tipo anche alquanto furbo e navigato, anche se, purtroppo per lui, molto sfortunato. (altro…)

Simon the Sorcerer 3D

L’elemento più caratterizzante di “Simon the Sorcerer 3D” risiede senza dubbio nella sua storia produttiva: avrebbe dovuto essere edita come un’avventura con grafica in due dimensioni, ma a cose praticamente pronte si decise di adattare il tutto a un motore 3D che rispettasse le nuove esigenze del mercato. Il risultato? Un disastro. I programmatori (con a capo ancora la coppia Woodroffe senior e junior), palesemente a disagio con la modifica e con i tempi strettissimi, realizzano infine un gioco afflitto da bug, imprecisioni e, per giunta, molto brutto da vedere.

La trama. Avevamo lasciato il nostro eroe nei guai: al termine della seconda avventura, il super-cattivo Sordid si era impossessato del corpo di Simon con l’intenzione di – tuoni e fulmini – conquistare il mondo. Dopo alcune diaboliche macchinazioni, Sordid, nel corpo del maghetto, decide di trasferire la sua anima in un corpo robotico per mettere in atto la parte finale del suo piano grazie all’aiuto del suo fido assistente, Runt. Accade però che il corpo senza anima di Simon viene recuperato da un’eroina, la conturbante Melissa Leg, e portato dallo stregone Calypso per farlo tornare in vita: il vecchio mago attira-guai ha infatti bisogno di Simon per recuperare Paludoso, un’antica conoscenza che si rivelerà decisivo nella nuova battaglia contro il perfido Sordid. (altro…)

Jaffa, kree! Stargate Adventure è in italiano!

Diciamo la verità: esistono giochi ben più difficili da adattare (e molto più lunghi!) di “Stargate Adventure”: la solennità dell’affermazione ‘dopo cinque anni è finalmente pronta la traduzione’ è eccessiva e, in larga parte, inesatta. (altro…)

Daughter of Serpents

Appena sbarcato nell’Alessandria degli anni ’20, il protagonista di “Daughter of Serpents” assiste a una scena a dir poco agghiacciante: un passeggero turco viene assassinato da un misterioso assalitore che, freddato a colpi di pistola dalla polizia, si trasforma in una creatura simile a un rettile. Fra spaccio di droga, contrabbando di reperti archeologici e bellezze esotiche, il nostro eroe si trova coinvolto in una vicenda strettamente legata all’omicidio, che condurrà anche all’evocazione di semidèi con le manie di grandezza.

Edito nel 1992 e successivamente ripubblicato in versione cd talkie con il nome di “The Scroll”, “Daughter of Serpents” è un titolo difficilmente incasellabile. Il prodotto di Richard Edwards e Chris Elliot (Eldricht Games) ripesca alcune idee dal loro precedente lavoro, l’avventura testuale “The Hound of Shadow”, come gli elementi lovecraftiani e l’ambientazione di inizio Novecento: l’analogia più importante riguarda però la minuziosa personalizzazione del protagonista, che va dai dettagli anagrafici fino alla selezione di alcune fra le oltre venti specializzazioni previste (fra cui investigazione, egittologia, occultismo e tanto altro). Tale feature è la base attorno a cui ruota l’idea di film interattivo di “Daughter of Serpents” e, sebbene sulla carta appaia interessante, l’idea risulta in realtà proposta in forma eccessivamente vaga e frammentaria, costringendo il giocatore a scelte troppo dettagliate chiedendosi, di fatto, cosa cambi fra una sotto-specializzazione e l’altra (il processo di editing verrà poi estremamente semplificato nella versione cd “The Scroll”, riducendo la scelta a sole due professioni). (altro…)

La stampa videoludica su Shadows on the Vatican Atto I

I meteorologi trollano sagacemente in ogni dove (una volta annunciano che ci sarà un ribasso delle temperature, poi dicono che giungerà l’ennesimo anticiclone… ma qua non cambia mai una mazza: si crepa di caldo costantemente e basta), chi si vuol godere il Ferragosto già sa che fra poco sarà tutto finito e dovrà lavorare incessantemente fino a Natale e quindi non si gode una cippa, i TG nazionali ci spiegano che il doping è una cosa veramentemaveramentegravissimaimpicchiamolituttisignoramia e finalmente (oppure anche no) arriva la settimana di vuoto cosmico in cui ti illudi che sia rimasto qualcuno con te, ma poi anche la notte sogni folle urlanti che si chiedono come faccia ‘sto coccodrillo e tu sei in disparte che pensi che in fondo non importa a nessuno, non è un vero problema e sei l’unico a capirlo. Pino Insegno che doppia Indy al posto di Gammino, quello sì che è un dramma. (altro…)

Gemini Rue

Il giocatore che si avvicina a “Gemini Rue” è probabilmente già preparato al primo impatto. Sa che si tratta di un’avventura grafica dallo stile classico realizzata da un solo autore (Joshua Nuernberger), sa che è stata autofinanziata con un budget ridottissimo, sa che presenta una grafica in due dimensioni che ammicca ai gioielli del passato. È facile che si inneschi quindi una forte ‘simpatia’ nei confronti del progetto e una certa benevolenza nel trattare gli aspetti tecnici (molto comune – e spesso eccessiva – quando si tratta di titoli indie), con la conseguente maggiore attenzione agli aspetti meno superficiali.
Niente di più sbagliato. Chiudere un occhio di fronte ai difetti oggettivi in virtù della natura a basso budget del titolo in questione sarebbe ingiusto. Alzare la bandiera della scelta di stile se i modelli dei personaggi appaiono così pixellosi, perdonare una risoluzione estremamente bassa, un’interfaccia imbolsita e una generale scarsezza di location sarebbe poco onesto nei riguardi di qualsiasi titolo commerciale.
Meglio quindi criticare apertamente i punti a sfavore? Sì, così si finirà per restare sorpresi di fronte alla vera bellezza di “Gemini Rue”. (altro…)

A New Beginning

In un futuro devastato da una serie di catastrofi ecologiche, una squadra viene invitata indietro nel tempo per fermare lo scoppio di una centrale nucleare in Brasile, responsabile di una terribile reazione a catena che porterà al disastro climatico. Ben presto l’intera missione finisce per dipendere dalla giovane radio-operatrice Fay e da Bent Svensson, uno scienziato del passato che ha ideato una nuova forma di energia pulita capace di soppiantare qualsiasi alternativa e porre fine alla minaccia. Il carattere burbero e demotivato di Bent e l’appassionato idealismo di Fay si confronteranno a lungo prima che i due uniscano le forze contro un nemico comune, un magnate senza scrupoli deciso ad arricchirsi a scapito della salute del pianeta.

Dopo “The Whispered World”, la Daedalic torna nel 2010 con un titolo giunto sul mercato dopo diversi anni di sviluppo (il primo annuncio risale al 2007 con il titolo di “Earth: The Beginning”). Una gestazione probabilmente travagliata che trascina con sé i medesimi difetti tecnici del titolo precedente, come l’aspect ratio di 4:3 in un mondo dominato da monitor wide, risoluzione bloccata e tanti, troppi bug legati all’engine, con qualche crash e diversi glitch.
Ancora una volta gli autori (questa volta capeggiati dal co-gamedesigner di “The Whispered World” Jan Müller-Michaelis e da Kevin Mentz) optano per il look cartoon, in questo caso però applicato a personaggi umani e non di fantasia come invece avveniva nelle vicende di Sadwick. Il risultato è estremamente bello da vedere quando la grafica è ferma, ma in movimento vengono alla luce nuovamente le stesse imperfezioni del predecessore, come i pochi frame per le animazioni e i fondali poco ‘vivi’. Il sistema si rivela ancor meno adatto a rappresentare movenze umane, e il problema finisce per risaltare maggiormente. (altro…)

Beta-testing della traduzione italiana di “Stargate Adventure”


Dopo un leggero ritardo di circa quattro anni (!), finalmente ho terminato la traduzione di “Stargate Adventure”, simpatica avventura grafica amatoriale/INDIE (sullo stile di “Indiana Jones”) realizzata da Sektor 13, autore anche di “The Infinity String” (che trovate gratis iscrivendovi a Zodiac o scaricandola qua) e basata sulla popolare serie tv.

In attesa che l’autore mi consegni il file necessario per realizzare la versione beta (dovrebbe trattarsi di un’attesa molto breve), sto cercando di assemblare un gruppetto di eroici paladini che mi aiutino a testare l’adattamento, controllando che non ci siano errori ortografici, grammaticali o di traduzione. Se volete unirvi, contattatemi al solito indirizzo gnupickCHIOCCIOLAgmail.com .
Tenete presente che non si tratta di un lavoro molto impegnativo e che l’avventura dura appena due o tre ore. Sarete lautamente ricompensati con l’inserimento del vostro nome sul manuale di gioco. (altro…)

SPOILER ALERT

      Data la natura di approfondi- mento degli articoli inclusi in questo sito, è piuttosto semplice incappare in diversi spoiler (comprese delle anticipazioni sul finale dei titoli trattati). Se siete in cerca di recensioni più classiche e spoiler free, fiondatevi su Adventure’s Planet.

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