Assassin’s Creed II
In seguito a una rocambolesca fuga dalla Abstergo, Desmond Miles e Lucy Stillman giungono in una delle sedi dei moderni Assassini all’interno della quale è installata una versione ‘fatta in casa’ dell’Animus. Attraverso il fantascientifico apparecchio, i nuovi alleati di Desmond sperano di ottenere indizi sulle mire dei loro nemici giurati, i Templari. Per farlo, il giovane Desmond dovrà rivivere i ricordi di Ezio Auditore, un suo lontano antenato che ha vissuto in Italia durante il Rinascimento. Il gruppo scoprirà presto non solo che esiste un secondo Frutto dell’Eden (oltre al primo, recuperato da Altair nel gioco precedente), ma che una terza fazione potrebbe essere entrata a far parte della partita.
Riuscire a migliorare il primo “Assassin’s Creed”, almeno sulla carta, non sembrava un’impresa impossibile. Il capostipite era infatti un titolo caratterizzato da una lunga serie di felicissime idee, purtroppo parzialmente oscurate da un gameplay troppo ripetitivo e un livello di sfida esageratamente basso. Con “Assassin’s Creed II”, il team capeggiato da Patrice Désilets dimostra di aver compreso perfettamente gli errori del passato, e di aver migliorato il gioco praticamente sotto tutti gli aspetti, consegnando al pubblico un episodio solido e divertente.
L’aspetto che ha subìto un improvement maggiore è, com’era lecito aspettarsi, quello ludico, con uno sforzo ben distribuito fra missioni principali e quest facoltative. Gli autori hanno quindi realizzato una trama principale che garantisce una diversità di situazioni piuttosto vasta, dall’assassinio all’inseguimento, dalla fuga all’azione stealth, dal pedinamento al furto, e così via (il setting della missione è cruciale nell’assicurare la giusta varietà delle missioni). Lo sforzo da parte della Ubisoft di colmare le vecchie lacune è ancor più evidente analizzando il lato più free roaming del gioco, pieno zeppo di incarichi perlopiù facoltativi ma utili a potenziare e a ‘customizzare’ il personaggio: l’esplorazione è maggiormente incoraggiata non solo grazie al raggiungimento dei ‘punti di osservazione’ (che sbloccano una serie di missioni), ma anche all’aggiunta di alcuni incarichi, come la ricerca dei ‘glifi’ sulle pareti dei monumenti (via d’accesso per svariati minigame di logica), i ‘contratti da assassino’ o la perlustrazione delle cripte e dei nascondigli templari sparsi in giro.
Avvisaglie della ripetitività che affliggeva il primo episodio sono comunque percepibili qua e là (in particolare nelle già citate missioni ‘contratto’), ma per fortuna si tratta di momenti brevi e sporadici, ampiamente controbilanciati dalle lunghe e (finalmente!) impegnative quest all’interno delle cripte, durante le quali il titolo Ubisoft si riappropria di quel mood semi-platform appartenente al vero modello ispiratore del franchise, “Prince of Persia”.
La ricerca di casse di denaro e l’introduzione dei negozietti e della villa Auditore come quartier generale permettono inoltre di aumentare la longevità generale (il gioco è – potenzialmente – tre volte più lungo del suo predecessore) e, se sfruttati, di rendere la vita più facile al giocatore. Derivazioni facoltative, certo, ma è facile cadere nella tentazione di fare tutto il possibile: per fortuna, infatti, la mappa integrata segnala (quasi) tutto ciò che l’avventura propone, abilitando il giocatore ad affrontare ciò che preferisce.
La ricchezza di “Assassin’s Creed II” viene ulteriormente confermata dall’inserimento di nuovi particolari, come la possibilità di assoldare gruppi di persone (prostitute, ladri o mercenari) per distrarre le guardie, di fermare dei malintenzionati che lavorano per il nemico o di ridurre il livello di sospetto pagando la gente ‘giusta’ e strappando i manifesti da ricercato.
Completano il quadro alcune semplificazioni delle vecchie meccaniche di gioco, come la capacità di mimetizzazione (ora è applicata a tutti i gruppi di passanti) o la facoltà di poter seminare gli inseguitori (restano comunque presenti delle zone nelle quali occultarsi).
Infine, una difficoltà media generalmente più elevata non taglia fuori nessuno: una volta imparato a gestire al meglio il personaggio, il gioco resta più o meno alla portata di tutti. Un piccolo rammarico nasce dalle sezioni di combattimento, spettacolari e dal livello di difficoltà più dosato, ma ancora non del tutto riuscite.
Di fronte a tanto impegno nel rendere “Assassin’s Creed II” un prodotto non solo bello da vedere ma anche divertente da giocare (obiettivo – si può dire – riuscito), rischiano di passare in secondo piano quelle caratteristiche che avevano già reso il primo episodio così interessante. In realtà, la Ubisoft ha effettivamente badato a tutto, riuscendo a effettuare un restyling a 360 gradi che influenza tutti – o quasi – gli aspetti.
Per cominciare, l’aspetto grafico si mostra riveduto e corretto, non solo nei modelli dei personaggi ma soprattutto nelle numerosissime cutscene, assai più curate sia nella regia che nelle animazioni (con tanto di ottime espressioni facciali).
Ma, come già successo in passato, è l’apparato scenografico a strappare ripetuti applausi. Firenze, Forlì e Venezia – gli ambienti nei quali Ezio si muove lungo circa 25 anni di storia rinascimentale – rappresentano uno scenario originale e incredibilmente affascinante, nonché riprodotto con estrema cura tanto nella rappresentazione visiva che nella ricostruzione storica. A tal proposito, nel corso dell’avventura è facile imbattersi in alcune fra le figure di spicco dell’epoca (Da Vinci, Machiavelli, Savonarola) nonché in famiglie potenti (gli Sforza, i Borgia, i Medici, i Pazzi): il modo in cui gli autori sono riusciti a incastrare eventi e personaggi fittizi all’interno di un contesto storico reale è assolutamente degno di nota, ed è preciso anche per quanto riguarda le informazioni testuali contenute in un’enciclopedia consultabile dai menu. Da sottolineare anche il doppiaggio di ottimo livello.
Maggior lavoro è stato dedicato anche alla sceneggiatura, certamente più elaborata rispetto a quella del primo capitolo. Il protagonista, Ezio, tratteggiato inizialmente come la classica ‘simpatica canaglia’, si trova poi costretto – in seguito all’esecuzione della sua famiglia – a vestire i panni del nuovo Assassino e a compiere una lunga vendetta. Nel corso dell’avventura il protagonista ha modo di maturare, di essere colpito emotivamente, di stringere legami d’amicizia e quant’altro: nonostante l’intreccio sia più sviluppato rispetto alle lineari vicissitudini di Altair, risulta però difficile riuscire ad affezionarsi completamente alle vicende di Ezio. Il problema è probabilmente riconducibile a una certa freddezza nella scrittura, che si lascia seguire con piacere ma non lascia realmente il segno.
Infatti, Ezio è più un ‘eroe per caso’ che un’arma letale: di conseguenza, la caratterizzazione del giovane fiorentino riesce probabilmente a minare parte di quel fascino da Assassino che invece possedeva il suo più carismatico (ma anche più stilizzato) predecessore, sminuendo in minima parte la potenza dell’icona. In aggiunta a ciò, le luminose (ma pur sempre splendide) ambientazioni italiane mancano di quel tocco torrido e crepuscolare sfoggiato dagli scenari mediorientali del primo “Assassin’s Creed”.
L’insieme di tali fattori conduce a una dolorosa constatazione: parte dell’eleganza del primo gioco è sfumata. Non è il caso di farne un dramma, comunque, in quanto il miglioramento generale è più che percepibile in svariate occasioni, e il salto di qualità risulta palese.
A conti fatti, con “Assassin’s Creed II” la Ubisoft ha decisamente ‘fatto i compiti’, riuscendo a migliorare il già valido titolo originale e incasellando la serie fra i migliori franchise di sempre.
La citazione:
Ezio: Requiescat in pace.
Nota: Come prequel del gioco, la Ubisoft ha commissionato una serie di cortometraggi dal titolo “Assassin’s Creed: Lineage”. Disponibile gratuitamente su Youtube, il film narra le vicende di un altro Assassino, Giovanni Auditore (padre di Ezio), sviluppando la genesi della rivalità nei confronti dei Borgia.
Gennaio 28, 2013 lunedì at 6:22 pm