Zero Comico

Impossibile non conoscere Aldo, Giovanni & Giacomo (al secolo Aldo Baglio, Giovanni Storti e Giacomo Poretti), il trio comico che ha letteralmente spopolato al cinema, in tv e a teatro soprattutto durante la seconda metà degli anni ’90. Il loro umorismo, complessivamente semplice e diretto ma non kitsch, ne ha assicurato la fruibilità per ogni fascia d’età e il prolungato successo, coronato prepotentemente con le memorabili partecipazioni dal 1995 a “Mai Dire Gol”: durante i tre anni di permanenza all’interno della trasmissione della Gialappa’s Band, il trio, coadiuvato dall’ottima Marina Massironi, riuscì infatti ad introdurre i ‘personaggi’ che sarebbero poi divenuti i più riusciti e caratteristici dello strano gruppetto (si pensi agli improbabili numeri acrobatici dei “Bulgari” o alle demenziali parodie della “Tv Svizzera”, o ancora alla folle e stramba imitazione di animali come lo struzzo e il cammello).
Graditi ‘prezzemolini’ in ogni dove, i buffi Aldo, Giovanni & Giacomo hanno poi affrontato lo spauracchio di molti comici televisivi, il cinema, superando brillantemente la prova grazie a una serie di film genuini e sinceri (girati insieme al regista Massimo Venier), abili a descrivere con leggerezza ma ferma intelligenza una buona gamma di caratteri tutti italiani.
Il successo del trio va in gran parte attribuito alla scelta, non originale ma sicuramente vincente, di portare i loro ‘personaggi’ anche fuori dallo schermo, riuscendo a conservare le teatrali caratteristiche di ognuno (il puro ma imbranato Aldo, il falso drittone Giovanni, e il permaloso ma irrimediabilmente ‘sfigato’ Giacomo) e la sempreverde formula del ‘tormentone’ anche al di là del palcoscenico, creando così un’identificazione tanto immediata quanto divertente.

“Miiii, non ci posso creeeedere!”. Una must line.

Dopo aver conquistato molte forme di intrattenimento, per Aldo, Giovanni & Giacomo è arrivato il momento di affrontare quello elettronico.
Zero Comico” è un’avventura grafica in 3D del 2001 (che coincide con un periodo di buona popolarità del trio, successivo al film “Chiedimi Se Sono Felice”) realizzato dall’italiana GMM Entertainment (composta da ex Trecision e Dynabyte, la software house è anche responsabile dell’action adventure “Blood and Lace”, ben accolto dalla critica) e distribuito dal gruppo Medusa (responsabile anche dei lungometraggi del terzetto) che vede protagonisti i brillanti attori/cabarettisti nelle inedite vesti poligonali dei personaggi di un videogioco.
Ideato e diretto da Ugo Guidolin con a capo lo sviluppatore Ivan Orvieto, “Zero Comico” prende il titolo direttamente da uno dei tormentoni autoironici di Aldo, Giovanni & Giacomo: per ‘zero comico assoluto’ il trio vuole infatti intendere il tipo di umorismo più essenziale e immediato incarnato nella figura di Tafazzi, ovvero il personaggio interpretato da Giacomo che, intonando un tipico coro da stadio, si martoria insistentemente i genitali senza apparente motivo.
In realtà, Aldo, Giovanni & Giacomo sembrano essere stati coinvolti solo marginalmente nel progetto, ma regalano comunque le loro inconfondibili voci ai personaggi permettendo anche di sfruttare i propri meccanismi comici, con tanto di battute e personaggi presi da film o spettacoli del trio.

Deja vu!

La trama si colloca nel terzo millennio. Un regime tecnocratico costringe la popolazione a chiudersi in casa, lasciando che la televisione, controllata dal Sistema Planetario Centrale, rappresenti l’unico contatto con l’esterno. Attraverso questo potere, il Sistema manipola le mente dei telespettatori e, per evitare qualunque sentimento di piacere o reazione, blocca l’accesso ai videogiochi. I nostri impavidi eroi sono decisi a rovesciare la dittatura e attraverso una demenziale operazione di hacking entrano nel cuore del Sistema in cui governa il temibile Pdor (‘figlio di Kmer’), che li sfida al superamento di cinque livelli al termine dei quali otterrebbero l’arma per sconfiggerlo. I cinque livelli ripercorreranno, con difficoltà crescente, la storia dei videogiochi, dal pioneristico “Space Invaders” al famoso “Tomb Raider”.

Solo i power up renderanno Giovanni forzuto abbastanza da affrontare il temibile Don Kong, il don/boss di fine secondo livello!

Come si può intuire, “Zero Comico” si rivela una sorta di calderone citazionista e abbastanza curioso del mondo dei videogiochi, nel quale i nostri protagonisti riescono ad amalgamarsi piuttosto bene benchè generalmente abituati ad atmosfere parecchio diverse.
Nella fattispecie, il primo livello è ambientato all’interno dei videogiochi degli albori, come “Pitfall” o “Pacman” (non manca la pallina gialla che ha fatto indigestione di pillole); nel secondo, bisogna vedersela con gli arcobaleni di “Rainbow Island” e con le fastidiosi api dei platform game, fino ad arrivare all’immancabile incontro con due idraulici baffuti; durante il terzo si ha a che fare con i deliri pirateschi di “Monkey Island” (con tanto di duelli a insulti) e i lugubri zombie di “Resident Evil”; gli FPS di fantascienza come “Alien vs Predator” e “Quake” (occhio al ‘doomed space marine’ dal cuore spezzato) occupano il quarto livello; infine, il quinto presenta l’inevitabile esplorazione di un tempio antico in compagnia di un clone di Lara Croft.

Ecco come rendere un gioco un cult: citare “Non ci Resta che Piangere”! Occhio anche ai riferimenti a “Dune”.

Non si può dire che i mondi parodiati non siano gustosi: da essi traspare una decisa passione per il genere, traboccante di divertenti dettagli che ammiccano al giocatore hardcore e al retrogamer; inaspettatamente buona anche l’integrazione con le gag e l’umorismo di Aldo, Giovanni & Giacomo, ben supportata dalle loro simpatiche performance vocali.
Resta un po’ ambiguo l’intento, che nei fatti sembra privilegiare più i vecchi appassionati di videogiochi che i fan del trio (l’utenza casual rischia di venire tagliata fuori), grazie a continui rimandi e situazioni ironiche che riportano a glorie del passato. Ciò inoltre si tramuta in una narrazione molto lineare, semplice e  priva di personalità, che si adagia un po’ sulla citazione facile (benché spesso spassosa) senza reali guizzi creativi, con momenti poco ispirati (i già citati duelli a insulti, qualche risoluzione un po’ monotona nel secondo livello) e altri decisamente più carini (gli ultimi due livelli, in cui si controlla l’intero trio in un’area più vasta).

L’assenza di sostanza non impedisce però di traghettare il titolo verso il successo di cassetta, garantito dalla presenza del terzetto: nonostante la debolezza di alcuni punti, infatti, il gioco funziona nella sua natura leggera e scanzonata, coadiuvato da un tipo di umorismo semplice ma piacevole.
Le atmosfere ammiccanti, inoltre, sembrano coprire adeguatamente un game design non proprio sofisticato (che costringe a qualche ripetizione di troppo e a enigmi di disarmante semplicità) e a molti dialoghi (privi del doppiaggio del trio, che ha registrato solo i testi fondamentali) con diversi refusi che rischiano di non fornire la giusta forza alle battute, comunque prive di particolare verve e di vera originalità.

Esplorare un intero livello solo per trovare un reggiseno per Larabella Croff? Ma perchè coprirsi, dico io?

Graficamente, “Zero Comico” si presenta piuttosto essenziale: pochi poligoni e scenari spogli. Buono comunque il design vagamente deformed dei personaggi, in particolare quello dei protagonisti, con sguardi che catturano in qualche modo la loro essenza umoristica; il sonoro è invece supportato da musiche ben integrate alle situazioni.
I controlli (ereditati da un classico come “Grim Fandango”) risultano invece un bel po’ imprecisi, insieme a un inventario decisamente macchinoso.

Giovanni osserva la parete di “Arkanoid” distruggersi sotto i colpi implacabili della pallina. Non ci resta che recuperare il Capitale… di Marx.

Nonostante i suoi difetti oggettivi, non si può condannare “Zero Comico”: il titolo della GMM riesce comunque a strappare più di un sorriso e può vantare la presenza di uno (o meglio, tre) dei talenti comici più simpatici e affermati del periodo fine anni ’90/inizio 2000. Molte disattenzioni e diverse raffazzonature non intaccano l’obiettivo principale del gioco: divertire con semplicità. Anche da questa difficile prova, quindi, Aldo, Giovanni & Giacomo escono indenni.

     

La citazione:
Giacomo: Ehi, Giovanni, hai visto cosa ha fatto Pdor? Ha spappolato il cervello di Aldo! Ma quanto può vivere un uomo senza il cervello?
Giovanni: Non so… tu quanti anni hai?

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Categories: videogiochi

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