Viaggio al Centro della Terra
Non appena intraprendiamo questa seconda avventura dei Frogwares (quelli del mediocre “Sherlock Holmes - Il Mistero della Mummia”) veniamo colti da una leggera sensazione di deja vu: nel filmato iniziale vediamo una giovane fotoreporter di nome Ariane, affascinante e piena di risorse, che a seguito di un incidente in elicottero si ritrova in un mondo misterioso, lontano dalla nostra civiltà. Attraverso il suo laptop, riceve messaggi da casa di amici e parenti che si sono messi alla sua ricerca ma, nel frattempo, a lei non resta che perlustrare il posto. Sì, è un incipit vagamente Syberiano: la conferma arriva dopo poco, quando ci accorgiamo che anche l'interfaccia è piuttosto simile: il doppio click farà correre Ariane, in modo da raggiungere più velocemente un luogo, e il tasto destro richiamerà l'inventario. Per il resto, il cursore intelligente farà il suo lavoro.
“Viaggio al Centro della Terra” (anno 2004) è, senza dubbio, una delle avventure grafiche più irritanti che mi sia mai capitato di provare. Ad ogni buona idea, praticamente, veniamo torturati con cinque difetti gravi.
La già citata interfaccia, ad esempio, è uno dei limiti peggiori: le distanze che Ariane deve percorrere sono molto lunghe e il doppio click per correre (lentamente!) non è sufficiente; nonostante gli hot spots, non c'è alcuna descrizione degli oggetti sullo sfondo, e capiterà di non sapere neanche cosa stiamo guardando; ad ogni azione sbagliata, Ariane semplicemente non commenterà, né si avrà una reazione di alcun tipo; molti oggetti sullo sfondo non verranno neanche segnalati fin quando il gioco non deciderà che è il momento di indicarli a seguito di una certa azione o di un determinato sviluppo; spesso le uscite dalle locazioni non saranno evidenti né segnalati dal cursore, rendendo difficile capire se ci sia qualcosa che non si è ancora visto. Come se non bastasse, sono anche presenti numerosi bug che costringeranno a ricaricare l'ultimo salvataggio.
Tutto questo, unito ad un paio di enigmi assolutamente inverosimili (per la cronaca, mi riferisco a quello - iniziale! - del portone circolare e a quello dei totem sonori), fa di “Viaggio al Centro della Terra” un'avventura impossibile da risolvere senza consultare una soluzione. Può sembrare eccessivo, ma il mio consiglio è di tentare di portare a termine il gioco utilizzandola quasi ogni volta che si è impantanati: il più delle volte, infatti, lo saremo solo per i guai all'interfaccia o a causa di un pixel hunting estremo. Ne va certamente dell'equilibrio del nostro sistema nervoso.
La maggior parte degli enigmi, comunque, non è così atroce e le 40 ore stimate per portare a termine l'avventura sono, in realtà, dovute più che altro ai difetti sopra citati.
Ma prima di bollare il gioco come un fallimento completo, ci si accorge che, invece, è 'solo' una grandissima occasione sprecata. Infatti la grafica, il sonoro, le ambientazioni e la sceneggiatura sono decisamente di qualità superiore ai prodotti a basso budget. Per carità, ci sono comunque delle sbavature (le musiche, per quanto ben realizzate, sono ripetitive; gli affascinanti sfondi sono quasi sempre fissi, e le animazioni poche e imperfette), ma la storia e molti enigmi sono senza dubbio stimolanti e, se riusciremo a tenere a freno la frustrazione, saremo senz'altro in grado di trovare qualche punto a favore.
Una parola vorrei spenderla circa il doppiaggio italiano: non è recitato poi così male, ma le voci sono poco felici, prive di 'calore', completamente sbagliate. Ariane, in particolare, è veramente anonima (non che la sua caratterizzazione sia diversa). Un buon 50% del coinvolgimento generale viene quindi minato da ciò.
L'impressione generale è che questa grande avventura fosse più ambiziosa di quanto sembri grazie anche alla buona trama (soltanto ispirata all'omonimo romanzo di Verne), che tocca piuttosto bene l'affascinante tema dell'isolamento sociale. Sembra quindi che i Frogwares abbiano fatto il passo più lungo della gamba, non riuscendo a curare in tempo delle pagliuzze che pesano come macigni e gestire con successo il progetto. E' evidente, comunque, il salto di qualità rispetto al precedente “Sherlock Holmes - Il Mistero della Mummia”, il che avrebbe fatto ben sperare circa i loro successivi lavori. Voto: 3 su 5.
by Gnupick
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