Tomb Raider - The Angel of Darkness
Dopo essere diventata un fenomeno di costume, una serie a fumetti, la mascotte della rockband degli U2, un film, una bambola giocattolo, un deodorante e una tazza per il caffè, Lara Croft riprende nel 2003 i panni a lei più consoni del videogioco con un nuovo capitolo (il sesto) della serie “Tomb Raider”. Il titolo avrebbe dovuto far parte di una potenziale trilogia (soprannominata “The Next Generation”) imbastita per dare nuova linfa ad una saga che ormai mostrava chiaramente la corda. Ciò vuol dire che i programmatori della Core Design avevano optato fin dall'inizio per un'evoluzione dello stile del gioco, dell'aspetto estetico e della protagonista, dopo essersi un po' riposati sugli allori con ben quattro titoli praticamente uguali, nell'essenza, al capostipite. La gestazione, dopo numerosi rinvii, durò in tutto più di due anni e mezzo.
In “Tomb Raider - The Last Revelation”, il quarto episodio, Lara veniva data per morta a seguito del crollo di un antico tempio egizio, proprio sotto gli occhi del suo vecchio mentore Werner Von Croy, in competizione con la bella avventuriera circa il ritrovamento di un prezioso manufatto. Quella che viene presentata nel filmato iniziale del nuovo “Tomb Raider - The Angel of Darkness” è una Lara decisamente mutata dal punto di vista fisico, dai contorni provati e dall'aspetto più dark e, nel complesso, finalmente attraente. Una scelta voluta sia per avvicinare il più possibile la saga videoludica con quella cinematografica, facendo somigliare esteticamente la nostra poligonale Croft alla sua controparte filmica, la brava Angelina Jolie (in realtà anche il logo “Tomb Raider” è stato adattato al film, decisione un po' discutibile), sia per rivitalizzare il genere che, con il quinto stanco capitolo, aveva già detto tutto il possibile. Questo si traduce in un cambiamento piuttosto netto di rotta, con grafica migliorata, controlli modificati, interfaccia ed enigmi più complessi e, soprattutto, maggior cura nella trama.
Ciò che vediamo nella sequenza introduttiva del gioco è una Lara Croft rediviva (non è chiaro il modo in cui sia sopravvissuta e cosa abbia provocato la sua mutazione estetica), al colloquio proprio col suo vecchio amico/nemico Von Croy, che le implora aiuto riguardo la consegna di alcuni ignoti dipinti chiamati Obscura, per conto di un cliente di nome Eckhardt. Un flash, delle urla, una pistola che cade sul pavimento… Von Croy è stato ucciso e Lara è svenuta: le sua mani si sporcano di sangue e la memoria le si annebbia. I suoi vaghi ricordi non escludono possibilità di essere lei stessa l'autrice del delitto. Cominceremo il gioco proprio durante la fuga dalla polizia: Lara è una ricercata, ora. Un bel cambiamento, rispetto ai soliti prologhi nella giungla o nei templi!
Quatta quatta, Lara si muove nell'oscurità. Facoltà coreografica ma non molto utile.
Il primo impatto col nuovo sistema di controllo non è dei migliori, poichè la bella avventuriera sembra perennemente impedita nei movimenti, con un evidente ritardo negli effetti. Molte delle vecchie azioni sono state sacrificate in favore di altre che rendono il gioco più vario, come ad esempio la poco utile abilità stealth (sarà possibile stendere le guardie se Lara arriverà di soppiatto alle loro spalle), il combattimento corpo a corpo (questa volta le munizioni non saranno infinite), la possibilità di rovistare in armadi e cassetti e, soprattutto, la facoltà di dialogare con altri personaggi non giocanti. Quest'ultima facoltà ci darà la possibilità di poter scegliere di scegliere i vari approcci nei confronti degli interlocutori e di poter modificare, se pur di poco, l'andamento della storia. Tutto ciò, unito alla possibilità di 'potenziare' Lara nel corso del gioco, facendole compiere balzi più lunghi, spostare massi più pesanti e correre più veloce, vorrebbe rendere questo nuovo capitolo della Predatrice di Tombe un po' più vicino a classici come “Deus Ex”, specialmente nella prima parte parigina, durante la quale sarà possibile intraprendere anche delle quest extra. . I programmatori, però, non hanno dimenticato di avere fra le mani un “Tomb Raider” e così, dalla seconda parte in poi, ritroveremo molti cliché classici. E c'è di più: verso il finale sarà possibile controllare anche un secondo, enigmatico, personaggio (Kurtis).
Poteva mancare l'icona delle doppie pistole? Come in questo caso, ogni tanto la telecamera si adatterà alla situazione.
Molti fan hanno lamentato bug grafici e di programmazione nella versione PC, benché io ne abbia riscontrati solo alcuni, a dire il vero neanche troppo gravi. Ciò è una conseguenza della patch correttiva che la Eidos si affrettò a rilasciare appena pochissimi giorni dopo l'uscita ufficiale del gioco. Gran parte dei difetti imputabili a questo gioco sono dovuti, comunque, proprio alle succitate innovazioni: pur essendo interessanti, sono state implementate in fretta e con poca convinzione, a scapito di ciò che rendeva la serie di “Tomb Raider” il top della giocabilità, sarebbe a dire l'elasticità del sistema di controllo. Dopo un po', comunque, ci si fa l'abitudine, e si cominciano ad apprezzare gli sforzi, un po' autolesionisti, di modificare la gallina dalle uova d'oro, con tutti i rischi che comporta.
Ritornando alla trama, si può dire che sia di gran lunga più coinvolgente di qualsiasi altro episodio della serie: anche se talvolta i dialoghi (specie le classiche frasi da gran dura di Lara) lasciano un po' a desiderare, altre volte appaiono ben più convincenti, complici anche le splendide sequenze di intermezzo realizzate con gran gusto cinematografico. Anche i filmati in Full Motion Video risultano ben fatti e molto atmosferici, anche se la scarsa risoluzione/compressione adottata abbassa notevolmente la qualità generale.
Migliore è anche l'antagonista di Lara: si discosta un po' dalla nemesi classica, rivelandosi, anche se un po' macchiettistico, sicuramente più carismatico e pericoloso dei suoi predecessori. Lascia però un po' perplessi proprio la bella Lara che, a parte il suo radicale cambiamento fisico, abbonda, come suo solito, di facile cinismo, ed è fin troppo simile alla donna degli altri episodi.
La buona sceneggiatura, comunque, non mancherà di sorprenderci, soprattutto nel finale: sembra che finalmente alla Core avessero capito che le attenzioni intorno al fin troppo sopravvalutato personaggio di Lara Croft meritassero uno stile narrativo più solido e avvincente, rispetto a un mero pretesto per la solita caterva di salti e combattimenti.
Il doppiaggio, completamente in italiano, è idoneo: ottima la voce di Eckhardt, buona quella di Kurtis, appena sufficiente quella di Lara (affidata alla solita Elda Olivieri). Anche gli effetti sonori sono stati modificati e avremo, nel complesso, un sonoro di qualità superiore a quello degli episodi precedenti. La colonna sonora di Martin Iveson, eseguita dall'orchestra sinfonica di Londra, raggiunge cime davvero esemplari che culminano, durante il menù principale, in un inedito e splendido arrangiamento musicale del tema principale della serie, reso così uno dei migliori che abbia mai ascoltato in un videogioco. All'interno del menù sarà anche possibile personalizzare i comandi e il livello di dettaglio grafico (che non dovrebbe dare nessun problema di rallentamento sulle macchine di base), nonché caricare una partita giocata in precedenza. A tal proposito, è bene dire che i salvataggi possono essere effettuati in qualsiasi momento nel gioco (per fortuna!), anche se questo limita leggermente la longevità del prodotto, caratterizzato da una lunghezza complessiva e da una difficoltà minori rispetto ad altri titoli della serie.
Se i numerosi difetti fossero stati smussati in tempo, e se le nuove implementazioni fossero state più efficaci, questo “Tomb Raider - The Angel of Darkness” avrebbe avuto le carte in regola per essere il nuovo metro di paragone per gli action-adventure (come a suo tempo fu il primo capitolo): così com'è ora, abbiamo di fronte 'solo' un titolo molto valido, ma ampiamente migliorabile. 3 su 5.
 
Nota: Il finale lascia volontariamente diversi buchi e molte domande, presagendo grandi cose per il futuro. Purtroppo, tutte le questioni sono rimaste irrisolte a causa del flop di “The Angel of Darkness”: la Eidos, infatti, prese la decisione di licenziare la Core e affidare il seguito alla californiana Crystal Dinamics, che optò per una decisa tabula rasa della serie, dimenticando la continuità narrativa dei giochi originali (scelta, a mio avviso, più che criticabile). Il progetto “The Next Generation” è stato così preso in mano dalla casa americana, che realizzò nel 2006 il suo primo episodio, “Tomb Raider - Legend”.
by Gnupick
Commenti (2)
Ad esempio nella foto 2 illudete i lettori che la telecamera si punta in certi momenti per regalare al giocatore momenti frenetici e cinematografici... Peccato che non è così! A parte il fatto che quel luogo non esiste nemmeno nel gioco e le doppie pistole io te le sogni perchè non le hanno implementate la telecamera la gestisci sempre tu (Nella versione pc invece il discorso è diverso perchè la telecamera è sempre puntata alle spalle di Lara) ed il risultato non è il massimo... E già qui mi viene da pensare che voi il gioco l'avete giocato poco,ma è solo una mia impressione...
Il punto che però mi ha fatto storcere molto il naso è quando avete menzionato il doppiaggio... Come potere dire che Elda non è stata sufficientemente all'altezza? E' perfetta! E' sempre sincronizzara con il labiale (Eccetto pochissime volte poco rilevanti) e il suo timbro è preciso e adatto ad un personaggio come Lara (Oltretutto Elda ha doppiato Lara fin dall'inizio...)
Un ultimo appunto che voglio aggiungere è che alla fine voi dite: "Il finale lascia volontariamente diversi buchi e molte domande"... Cosa,state/stai,dicendo? Se noti TUTTA la trama di AOD è PIENA di buchi... Non lo dico solo io se vai ad informarti su qualche sito capirai che questo titolo è stato profondamente tagliato e banalizzato nella trama... Il finale quindi non lasciava domande... Comunque la recensione è abbastanza buona sebbene molte cose non mi sono piaciute per nulla..
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