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Syberia II


E' opinione di chi scrive che, talvolta, il genere di videogiochi riesca a scrollarsi via il bollino di 'prodotto di intrattenimento' che ancora oggi va per la maggiore - insieme alla demonizzazione dovuta alla presunta orda di criminali satanici che di giorno giocano ai videogiochi e la notte ascoltano Marilyn Manson - per entrare nel campo dell'arte. Campo nel quale si introduce di diritto, per fare degli esempi, la saga di “Gabriel Knight” per la sceneggiatura impeccabile e le ricerche storiche, il ciclo di “Monkey Island” per il riuscito connubio fra umorismo e simpatia dei personaggi, Sanitarium per la forte carica emozionale, “The Last Express” per l'originalità e i temi trattati, e via dicendo.
“Syberia” rientra perfettamente in questa categoria: il fascino del viaggio iniziatico, la bellezza dei disegni e delle ambientazioni, la seduzione provocata dall'inseguire un sogno infantile… sono ingredienti ottimamente dosati dal fumettista belga Benoit Sokal che, con questo “Syberia II” (ancora sviluppato e distribuito dalla Microids, anno 2004), conclude l'avventura di Kate e Hans alla ricerca della fantastica isola di Syberia e dei suoi Mammuth. Trattasi comunque di un'unica storia divisa in due parti, un po' come il recente “Kill Bill” di Tarantino, e pertanto è consigliabile giudicare l'opera nella sua interezza.



Kate e Hans all'interno del treno. Purtroppo il vecchio è molto malato...

Al termine del primo gioco avevamo lasciato la nostra eroina in compagnia del tanto lungamente cercato Hans Voralberg, ultimo erede di una gloriosa dinastia dedicata alla produzione di splendidi automi meccanici alimentati da un complesso sistema di molle e ingranaggi. I due proseguono il loro viaggio grazie all'incredibile treno progettato anni addietro dallo stesso Hans, e governato da Oscar, il sorprendente automa meccanico, manifestazione 'vivente' del genio dell'ultimo dei Voralberg e anello di congiunzione fra l'uomo e la macchina. Nel frattempo, lo studio legale di Kate, sotto ordine della madre apprensiva, ha spedito un investigatore privato per cercarla e riportarla indietro. Una volta approdati all'ultima delle cittadine civilizzate, Romansbourg, Kate dovrà fare i conti con la salute precaria del vecchio Hans, mai così vicino dall'abbandonare il suo sogno. Riusciranno ad approdare a Syberia e verificare l'esistenza dei Mammuth?
Il fascino della trama di “Syberia” è proprio qui, nell'ansia di 'toccare' con mano quella che sembra una leggenda (compresa la mitica civiltà degli Youkol e la loro arca, già accennati nel primo capitolo). Anticipo che il finale, anche se ampiamente telefonato, non delude, grazie a un filmato veramente toccante e di rara poesia. Si sente, comunque, la mancanza di un vero e proprio 'epilogo' anche se, probabilmente, fa parte di una scelta consapevole basare tutto sull'interpretazione del giocatore.

Graficamente, “Syberia II” rappresentava il top nelle avventure grafiche: il motore del gioco è sostanzialmente lo stesso del primo capitolo, ma è rifinito con alcuni accorgimenti ben riusciti, come le orme dei passi a terra, gli schizzi delle pozzanghere e i numerosi sfondi animati. La Kate poligonale è stata 'ripulita' e risulta avere più animazioni della sua precedente incarnazione. Ottimi anche tutti gli altri modelli in 3D. Le buone voci italiane sono rimaste le stesse e le musiche, molto belle ma ripetitive, le ascolteremo ciclicamente solo dopo aver risolto un enigma particolarmente significativo: un tema per ogni luogo. I video in Full Motion Video, inoltre, sono più numerosi e meglio realizzati che in precedenza (ma è riduttivo: a volte sono davvero fantastici!).
Dal punto di vista audiovisivo, insomma, “Syberia II” è molto allettante. E il tutto gira perfettamente anche su un PC di fascia bassa.



Questo cucciolo cercherà di aiutarci. In realtà, sarà più un peso che altro.

I disegni e le ambientazioni lasciano a bocca aperta, anche più del primo capitolo. Per avere un'idea, basta dare un'occhiata alle splendide distese innevate della tundra siberiana o ai Mammuth congelati nel ghiaccio nella caverne Youkol. Senza parlare della sezione onirica a Valadilene: grandiosa.
Ogni locazione è una gioia per gli occhi e, talvolta, si limitano 'solo' a questo: infatti moltissime room sono fine a loro stesse e fungono solo da collegamento fra un punto e l'altro. Niente hot spots, quindi, e niente personaggi con cui parlare. Contrariamente a ciò che si possa pensare, questo non rappresenta necessariamente un difetto: il 'bello' di “Syberia II” è anche quello di esplorare con gli occhi ogni dettaglio delle bellissime locazioni, aiutando senz'altro l'immedesimazione. E' un qualcosa già riscontrato nel primo gioco, ma qui è più accentuato e potrebbe venire un po' a noia al più smaliziato degli avventurieri.

Anche l'interfaccia è rimasta la stessa, nonostante alcune leggerissime e marginali modifiche. Controlleremo Kate usando esclusivamente il mouse: il cursore si illuminerà quando ci sarà da usare - parlare - prendere - esaminare da vicino, e con il click sinistro attiveremo l'azione; l'inventario si richiamerà con un click destro, aprendo una finestra che occuperà parte dello schermo e che ci permetterà di leggere appunti, prendere oggetti (non sarà possibile combinarli fra loro, comunque) e perfino richiamare il menù principale. Una piccola freccia si aggiungerà al cursore quando potremo camminare verso un'altra locazione e vedremo Kate correre se cliccheremo due volte sul punto desiderato. I dialoghi (di numero minore rispetto al predecessore) verranno visualizzati grazie a un bloc notes e, a differenza del primo capitolo, gli argomenti da porre all'interlocutore spariranno dopo aver esaurito le domande su quell'argomento, snellendo la conversazione.

Tutto perfetto, quindi? Purtroppo “Syberia II” fallisce, in parte, su due aspetti: i personaggi e gli enigmi.
A parte Hans (poco presente, comunque) e, forse, Oscar (di cui si scoprirà il suo reale scopo), “Syberia II” è priva quasi del tutto di una caratterizzazione credibile dei personaggi. Quelli secondari sono abbozzati in modo stereotipato (il patriarca rigoroso, i due brutti ceffi - uno basso e viscido, l'altro grosso e bonaccione -, la vecchia e sibillina strega Youkol) e sembrano piazzati solo per proseguire con la storia. Neanche la nostra Kate Walker si salva: per tutta l'avventura (compreso, quindi, anche il capitolo precedente) rappresenta più uno 'specchio' delle emozioni del giocatore che un vero personaggio da manovrare, anche se il renderla un po' anonima può trattarsi di una scelta voluta - per quanto ambigua. Kate è il giocatore.
Sul fronte degli enigmi, la maggior parte delle volte ci troviamo di fronte alla facilità già vista in “Syberia”, dovuta anche al basso numero di hot spots e oggetti da raccogliere. Le cose si fanno più complesse e stimolanti (anche se, alla lunga, monotone) quando si tratterà di decifrare uno schema che andrà applicato ad un controllo o una combinazione. Assolutamente da dimenticare, infine, l'enigma dei controlli dell'aereo.



Questo è decisamente un automa di Hans! Purtroppo in questo capitolo ne vedremo pochi.

Nonostante questi difetti, l'esperienza globale di “Syberia (II)” non risulta intaccata, e si conferma la migliore avventura grafica degli ultimi anni (e l'unica - l'ultima? - a budget più o meno elevato), realizzata con gusto, passione e anima. Voto: 4 su 5.

by Gnupick






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Commenti (4)

ladyg.phantom : A mio parere il gioco di Syberia II è stato uno dei più belli a cui io abbia mai giocato. Le ambientazioni, i personaggi, la trama... tutto è meraviglioso. E' vero, qui rispeto al primo gioco la nostra Kate si trova più abbandonata a se stessa... ma in fondo siamo in piena Syberia, sicuramente in mezzo a lande ghiacciate e desolate non potrà trovare l'aiuto che le serve. E' un gioco che ti appassiona, non puoi fare a meno di trasformarti nell'intrepida avvocatessa e vivere le sue avventure. E gli enigmi... beh, forse lì qualche pecca c'è, ma questo non mi distoglie dall'amirare il gioco nella sua interezza. Complimenti a Sokal, ha fatto un ottimo lavoro!


Presidente : stupendo, come il precedente Syberia. Da giocare in successione entrambi. Anche se sono un pò troppo facili. Ambientazioni favolose. Anche Paradise, sempre di Sokal, è davvero notevole. Solo quel vecchio coglione nanerottolo nel gioco è insopportabile,delirante ed odioso.


Sajeev : I'm irmepssed by your writing. Are you a professional or just very knowledgeable?


xpqnhagdrwo : MljYk9 pgajadwvkmfw




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