Lighthouse - Il Faro
Ispirato chiaramente a un classico come “Myst”, “Lighthouse - Il Faro” della Sierra, datato 1996, è un'avventura grafica con visuale in prima persona. Impersoniamo un perfetto Mister X che, in seguito alla lettura del diario personale scovato nell'appartamento nel quale ci troviamo all'inizio del gioco, scopriamo essere un giovane scrittore che ha deciso di acquistare una casa in riva al mare per poter trascorrere un po' di tempo in completa solitudine e poter così trovare l'ispirazione necessaria a terminare il suo libro. La proprietà è situata proprio di fronte ad un appartamento con faro annesso, rimesso a nuovo dal bizzarro professor Krick, che vive nella casa con la piccola Amanda, sua figlia. In una notte buia e tempestosa (cit.), accade però che nella nostra segreteria telefonica, fra un amorevole messaggio di nostra madre e uno del nostro pressante editore, sia presente una registrazione d'aiuto dell'allarmatissimo professore proprietario del faro che, proprio in quel momento, viene invaso da una luce tanto abbagliante quanto sospetta. Decidendo di andare a dare un'occhiata all'appartamento semideserto, assisteremo, sotto i nostri occhi, al rapimento di Amanda ad opera di una creatura misteriosa che fuggirà attraverso un oscuro portale. Dalla lettura di alcuni appunti sparsi in giro, veniamo a conoscenza di una scoperta fatta dal professor Krick - inspiegabilmente sparito - circa i mondi paralleli: la sua teoria è dimostrata da una macchina, assemblata senza aiuto e in poco tempo, grazie alla quale si crea uno strappo nel tessuto spazio-temporale e mette in collegamento due delle tante realtà alternative. E' nostro compito scoprire cosa sia accaduto al genio e alla povera Amanda: così, armati di coraggio, dovremo riuscire nel difficile compito di riattivare la fantascientifica macchina ed entrare nell'altro mondo. Questo è, in sostanza, l'intrigante plot di “Lighthouse”, titolo che si colloca temporalmente durante l'annunciato declino dei cosiddetti film interattivi, strada più volte battuta dalla Sierra stessa.
Ecco il nostro appartamento, punto di partenza dell'avventura. Il faro è proprio di fronte alla finestra...
Le prime sezioni del gioco sono intrise di un'atmosfera misteriosa e sussurrata: saremo solo noi e gli indizi sparsi in giro dall'inventore, accompagnati da pochi suoni digitalizzati - comunque buoni - e una musica al piano, molto simile a quelle di “Phantasmagoria” e di “Gabriel Knight 2 - The Beast Within”, che renderà bene l'idea di tensione solitaria. Ma è dopo aver varcato il portale (potremo decidere se varcarlo subito dopo il rapimento della bimba, sfruttando quello aperto dalla creatura, oppure riattivare la macchina da soli) che “Lighthouse” diventa molto più di una citazione a “Myst”: il mondo alieno è strano, sfuggente e quasi deserto, ma con tanti (troppi?) controlli di tutti i generi, che rappresentano la stragrande maggioranza degli enigmi con cui avremo a che fare. In altre parole, per la maggior parte del tempo, dovremo decifrare prima la funzione di una particolare macchina (o veicolo, o attrezzo, o arma) e poi il modo per utilizzarla. Molto più difficile di ciò che si possa pensare perché, nonostante “Lighthouse” cerchi di metterci il più delle volte sulla strada giusta con indizi (molto sibillini, a dire il vero), sarà ugualmente un compito davvero arduo riuscire a portare avanti la storia nel mondo parallelo. Davvero tortuoso, a questo proposito, l'ultimo capitolo. Fortunatamente la risoluzione di un enigma particolarmente ostico desterà in voi una soddisfazione così grande che sarà da stimolo per le successive ricerche nelle ampie ed estese locazioni: sì, perché, nei suoi 2 cd, “Lighthouse” è un titolo lungo e maledettamente difficile, e non lo finirete certo in 5 ore. Da non dimenticare anche la gradita presenza di alcuni bivi narrativi e di diversi finali.
Nonostante la decodificazione ininterrotta dei vari controlli possa venire a noia, la monotonia non è il difetto principale del titolo: di rado incapperemo in vicoli ciechi senza nemmeno accorgercene, considerato che sarà possibile proseguire nell'avventura per un bel pezzo prima di capire che 'abbiamo dimenticato un oggetto'; altre volte invece sarà possibile tornare indietro, ma solo dopo aver fatto un viaggio di ritorno ripetendo lunghe operazioni già fatte - con difficoltà - in precedenza, rendendo il tutto frustrante e macchinoso.
L'impatto audiovisivo rende perfettamente l'idea di gioco 'senza infamia e senza lode' quale è “Lighthouse”. Le schermate fisse (non è possibile ruotare lo sguardo) sono buone e funzionali, anche se leggermente spoglie: ci si aspettava, forse, una maggior cura nell'atmosfera generale e nei dettagli anche se, per la verità, non è nemmeno così male. Alcune volte, inoltre, ci troveremo di fronte ad animazioni particolari ben realizzate con la stessa grafica del gioco e altre, invece, a rari filmati in Full Motion Video interlacciati. Stesso discorso vale per il sonoro: buono ma non troppo, non dà del tutto l'idea di essere immersi in un altro mondo. Essenziale, dato il tipo di avventura, il parlato, che si riduce ad alcune letture dei numerosi appunti e a brevissimi dialoghi (anche se in realtà il nostro eroe sarà sempre muto come un pesce, per permettere maggiore immedesimazione), recitati con non troppa convinzione dai doppiatori italiani.
L'interfaccia è semplicissima: dotata di un cursore intelligente che permette di fare praticamente tutto, ha in basso un inventario che può trasportare solo un numero limitato di oggetti. Niente paura, però, perché fra i 6/7 oggetti che ci porteremo dietro, sarà sempre presente una borsa che ne potrà contenere un numero infinito. Verrà da chiedersi, infatti, il motivo del limite…
“Lighthouse - Il Faro” non riesce proprio ad elevarsi più della sufficienza, poiché ad ogni buona idea corrisponde un difetto che la compromette. Data la lunghezza e la difficoltà, è indicato soprattutto ai giocatori di vecchia data. 3 su 5
 
Nota: Il gioco non da particolari problemi nelle versioni 9x di Windows. Su Windows XP, invece, per giocare a “Lighthouse” dovrete installare necessariamente la versione dos contenuta nel primo cd. Dopodiché ci penserà il VDMSound ad emulare il sonoro. E' consigliata anche l'installazione della patch originale di aggiornamento che corregge molti bug, e che apporta diverse migliorie come la rilevazione degli hot spots da parte del cursore, e un sistema di suggerimenti non troppo utile.
by Gnupick
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