Largo Winch - Empire Under Threat
“Largo Winch”, prima di essere un videogioco datato 2002 (e una serie tv cominciata l'anno precedente), è soprattutto un fumetto del francese Jean Van Hamme (le cui fatiche hanno ispirato anche le trasposizioni videoludiche di “Thorgal - La Maledizione di Odino” e “XIII”). Nato come precursore di una serie basate sulle sue traversie, “Largo Winch - Empire Under Threat” (sviluppatori: Dupuis) è un'avventura grafica in 3D con molte sezioni arcade, un ibrido che ha in parte anticipato il ben più conosciuto “Broken Sword III - Il Sonno del Drago”.
Dopo la morte del padre adottivo, Largo è entrato di diritto in possesso della società nota come 'Gruppo W'. Essendo quindi non solo giovane, carismatico e di bell'aspetto, ma anche plurimiliardario e dai sani principi morali, il nostro eroe non disdegna aiuti umanitari ai Paesi del Terzo Mondo. A seguito di una conferenza tenutasi in un lussuoso albergo, dei terroristi attaccano il posto rubando dei preziosi documenti che contengono informazioni circa un incidente avvenuto in uno dei laboratori del Gruppo W, in Messico, laddove si sospetta che si siano compiuti esperimenti genetici.
Ed è proprio qui che inizia una spy story intorno al mondo, che pur facendo spesso il verso ad atmosfere di bondiana memoria, risulta abbastanza elaborata nel suo svolgimento. Il coinvolgimento nella vicenda purtroppo non resta altissimo, a causa di una sceneggiatura dal buon ritmo ma scarsamente intrigante, e da personaggi ben delineati ma un po' piatti. L'intreccio inoltre non nega un paio di colpi di scena, che potevano essere giocati meglio.
Muoveremo Largo Winch in un mondo completamente in tre dimensioni, con telecamere fisse che seguiranno le nostre azioni. Anche i personaggi sono interamente in 3D. Entrambi i fattori non fanno urlare al miracolo per bellezza o dettaglio, ma risultano essere funzionali pur non essendo al passo coi tempi. Discorso a parte meritano le cutscene realizzate col motore del gioco e i (frequenti) filmati in Full Motion Video: ben confezionate e con un gusto squisitamente cinematografico, fanno presto dimenticare l'impossibilità di saltarle con un tasto.
Il sonoro conta su alcune musiche che ricordano molto quelle della serie tv “Alias”, azzeccate con l'atmosfera spionistica. Il doppiaggio, solo in inglese, è recitato discretamente, anche se risulta un po' falso in alcune sezioni 'forti'. Il gioco è tradotto, in italiano, nei testi e nei dialoghi, con qualche sbavatura.
L'interfaccia è ridotta all'osso e tradisce la provenienza da console. Useremo i tasti direzionali per muovere il personaggio e il tasto SPAZIO per agire su uno degli (non numerosi) hot spots. Con il CONTROL richiameremo l'inventario ad anello, erede di “Tomb Raider” e, nel campo delle avventure grafiche, di “Fuga da Monkey Island”. Il tasto ESC aprirà il datapad di Largo che ci permetterà di guardare le sue note o di salvare la nostra posizione. Il movimento del personaggio è abbastanza preciso, ben al di sopra della media delle avventure grafiche 3D.
Aggiungendo che l'area di gioco non è mai troppo estesa, si può dire che è praticamente impossibile bloccarsi in “Largo Winch”. Ciò sembrerebbe una scelta dei programmatori per lasciare che la lunga trama si srotoli con meno interruzioni possibili: preferenza che mi sento di appoggiare poiché il gameplay fa così affidamento sui 'tempi' veloci da rendere frustrante qualsiasi scoglio insormontabile. E' senza dubbio un prodotto curato più nel ritmo della storia che nella bellezza o complessità dei puzzle. Purtroppo, si completerà in pochi giorni, minando un po' la longevità.
Ma il fattore più interessante di “Largo Winch” è senza dubbio il concept (innovativo?) che miscela enigmi classici da avventura grafica a fasi arcade più o meno riuscite. Durante il gioco dovremo, infatti, affrontare combattimenti (a turni, che ricordano quelli visti nei vari “Final Fantasy”, sebbene siano molto più dozzinali), hacking, sezioni stealth, enigmi a tempo e via dicendo, nonché compiere le classiche manipolazioni di oggetti e parlare spesso con personaggi secondari. Ciò garantisce una varietà molto alta che difficilmente farà scemare l'attenzione e la voglia di proseguire, soprattutto alla luce del fatto che, come già accennato, tutti i problemi sono funzionali alla storia e abbastanza agevoli. A ben vedere, gli unici puzzle che vi porteranno via un po' di tempo saranno proprio le fasi da 'hacker'.
Naturalmente, in “Largo Winch” è possibile morire abbastanza spesso, uccisi nei combattimenti o dopo qualche altro 'brutto incontro', ma i pericoli sono sempre ben segnalati e risultano, di fatto, ben più giustificati rispetto a molti altri titoli. La possibile dipartita del nostro eroe, comunque, da' quel pizzico di tensione in più che non guasta mai in un gioco come questo.
Purtroppo “Largo Winch - Empire Under Threat” risente del passaggio da console a personal computer, facendo così dei controlli e della grafica i suoi principali difetti. L'avventura, d'altro canto, è abbastanza lunga e piacevole da terminare, e la varietà di gioco promette un divertimento assicurato. A mio avviso, “Largo Winch” può essere considerato un ottimo esperimento di avventura grafica con sezioni arcade. Se i difetti fossero stati limati, aggiungendo magari una maggior cura nella sceneggiatura e nei dialoghi, ci saremmo trovati di fronte a un piccolo capolavoro. Voto: 3 su 5.
by Gnupick
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