L'Enigma di Master Lu
Robert Ripley, il protagonista di questa avventura del 1995 targata Sanctuary Woods (e prodotta dai Woodworks Studios), era un bizzarro personaggio - realmente esistito! - che viveva gestendo un 'museo delle stranezze' a New York, in cui erano esposti incredibili e curiosi oggetti provenienti da ogni parte del mondo. L'uomo, oltre ad essere un antropologo, un fumettista, un produttore tv e chissà cos'altro (fondatore della serie "Ripley's Believe It or Not!", dalla quale sono nati, fra le altre cose, diversi show televisivi e un futuro film interpretato da Jim Carrey), fu anche un discreto avventuriero che andava a caccia di oggetti astrusi per rinfoltire il suo caratteristico museo. Impossibile non citare il solito Indiana Jones per l'ironia e il piglio archeologico che lo contraddistingue, se non fosse che è quasi più probabile che sia stato Lucas a ispirarsi a Ripley che non viceversa.
L'anno è il 1936, e il buon Ripley torna al suo museo dopo l'ennesima avventura. Appena entrato, scopre che il suo aiutante, Feng Li, è stato immobilizzato da alcuni loschi figuri. Dopo aver liberato il suo amico insieme alla sua compagna Mei Chen, Robert viene a sapere che i criminali hanno rubato dei documenti utili a rintracciare il sigillo imperiale appartenuto al primo imperatore della Cina, che si dice possa donare la vita eterna a chi lo possiede. Si può non agire contro di loro? Ovviamente no, ed ecco che Ripley parte per un viaggio che lo porterà in giro per il mondo, alla ricerca dell'ubicazione della tomba dell'imperatore e sulle tracce del responsabile della creazione del sigillo, il Maestro Lu.
Dopo la bella presentazione, realizzata con attori reali su fondali disegnati e poi renderizzati, prendiamo dimestichezza con Robert (il controllo avviene in terza persona in un ambiente classico in due dimensioni) e con un'interfaccia un po' imbolsita: il cursore si trasformerà nell'icona più ovvia quando lo muoveremo su un oggetto o su una persona, ma nel caso in cui vorremo fare altro, dovremo cliccare sulle icone esamina-prendi-usa in basso a sinistra dello schermo. Gli hot spots sono molti ma anche difficili da individuare, e il reset dell'icona avviene ogni volta che si sbaglia, il che appesantisce parecchie semplici manovre. Neanche l'estetica dell'interfaccia è particolarmente attraente, il che stona con la resa globale, che invece è veramente ottima: ogni personaggio è interpretato da un attore in carne ed ossa perfettamente fuso con i fondali. Non ci troviamo di fronte a uno sfoggio di grafica come in "Phantasmagoria", in cui ogni movimento faceva partire un filmato cinematografico, ma di una tecnica che, per quanto ne sappia, rappresenta un tentativo unico nel suo genere: muoveremo il personaggio-attore esattamente come qualsiasi personaggio poligonale/pixelloso, e si comporterà come tale 'svolgendo il suo compito' senza troppi fronzoli. Dov'è quindi il vantaggio? Nel realismo, naturalmente: le animazioni sono tante e perfettamente plausibili, e in più potremo godere di dettagli come espressioni facciali e particolari zoommate attraverso un sistema di picture in picture molto azzeccato, cinematografico ma perfettamente integrato. A mio avviso, la soluzione grafica adottata è una delle migliori mai viste e ancora oggi, nonostante i limiti della bassa risoluzione e dei fondali non eccellenti, fa la sua ottima figura.
Sonoro discreto, con buone voci in italiano e musichette discrete che purtroppo sono realizzate con suoni campionati e non si elevano più di tanto. Effetti sonori rari ma funzionali.
Il diario di Robert sul quale appunterà disegni utili agli enigmi e costruzioni curiose per il suo museo.
Fin da subito apparirà chiaro che il gioco - per fortuna - non si prende mai troppo sul serio. Nonostante i toni spesso violenti e perfino macabri, l'accento è sempre piuttosto ironico e sdrammatizzante, degno di "Broken Sword" e, ovviamente, "Indiana Jones": una classica e gradevole avventura ambientata in un periodo storico molto noto ai patiti del genere.
Dopo pochi minuti, inoltre, scopriremo che "L'Enigma di Master Lu" è tutt'altro che semplice da risolvere: non solo gli hot spots sono tanti e i luoghi da visitare molto numerosi, ma la discreta varietà di gioco ci coglierà quasi sempre di sorpresa e dovremo cambiare approccio di volta in volta. Pixel hunting, enigmi di logica, sezioni a tempo, manipolazione dell'inventario… c'è un po' di tutto, il che rappresenta certamente un bene. Il livello generale è sicuramente alto, per cui scordatevi di giocare nei ritagli di tempo senza impegno. Niente di troppo frustrante, comunque, a parte il temutissimo labirinto. E' anche possibile assistere alla dipartita precoce del protagonista, anche se nella maggior parte dei casi verrà azzerata facendo riprendere automaticamente qualche secondo prima del passo falso.
Alle volte, alcuni enigmi potranno essere risolti in due modi diversi (ma simili), o si potranno prendere oggetti non indispensabili per terminare l'avventura.
C'è da segnalare, però, che chi non segue con attenzione la complessa trama rischia di essere lasciato un po' alla deriva senza sapere come continuare, e il gioco non aiuta particolarmente ad indirizzare o ad elargire hint al giocatore. Ma si tratta di un difetto non gravissimo anche se influente, peraltro presente in molte avventure. Altro problema è la presenza di alcuni bug nella programmazione che rischiano di mandare in crash il gioco in tre o quattro occasioni (inevitabile quello successivo al dialogo con il giardiniere a Danzica): il consiglio è quello di salvare spesso.
E' un peccato che "L'Enigma di Master Lu" non sia considerato un classico a tutti gli effetti: i numeri li ha, e la prova del tempo dimostra che è un'avventura molto valida. Probabilmente il vero difetto è che si tratta di un prodotto un po' di nicchia, dedicato agli avventurieri esperti e adulti. Sarà, ma se ne sente un po' la mancanza. Voto: 4 su 5.
 
Nota: Non c'è verso di far girare il gioco su Windows XP, le ho provate tutte. Con VmWare-Server o VirtualPc sembra dare problemi video (VESA), di memoria e perfino di audio. Le uniche due soluzioni sono munirsi di un pc con DOS o Windows 95, oppure usare DosBox su XP. Quest'ultimo approccio, comunque, richiede un pc molto potente per far sì che il processore regga il gravoso carico: sono riuscito a giocarci discretamente solo sul nuovo Amd 3200+ 1024 RAM con Dosbox impostato a 1800 cicli.
by Gnupick
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