Jack lo Squartatore - New York 1901
Il più famoso serial killer della storia è tornato! Cosa ci riserverà questa volta il buon vecchio Jack lo Squartatore, trasferitosi per l'occorrenza nella New York di inizio ventesimo secolo? Riusciremo finalmente a svelare la sua misteriosa identità? Scopriremo i moventi, il suo retaggio, il suo minuzioso profilo psicologico che ci porterà diritti alla sua epocale quanto inevitabile cattura? Arricchiremo il nostro già abbondante bagaglio culturale sull'argomento grazie a fumetti, cinema e letteratura, con nuovi e agghiaccianti dettagli?
…
No.
Devo proprio dirlo subito, a rischio spoiler (potete saltare questa parte, ma vi assicuro che è meglio saperlo subito piuttosto che attendere con fiducia l'ennesimo terribile finale): “Jack lo Squartatore - New York 1901” non fa altro che appannare la figura del leggendario assassino, portandoci a zonzo come dei disperati a porre domande a sconosciuti e seguire false piste, fino a condurci faccia a faccia (per un istante, niente di che) con 'Jack' (di cui non sapremo nulla per tutta la durata del gioco), che prontamente fuggirà su una nave, lasciandoci bel belli sul molo ad osservare l'ennesimo corvo svolazzante solo con un pugno di mosche e una cantante miracolata (mica male, però).
Ammetto di aver rigiocato il finale una decina di volte, sperando che ci fosse qualcosa che avessi tralasciato, arrivando perfino a rovistare fra i walkthrough del Web. Nulla, il finale è realmente questo: non solo Jack fugge in tutta tranquillità, ma l'ending non svela niente di niente.
Aggiungiamo anche che la trama non spicca mai veramente il volo, limitandosi ad esporre i semplici dialoghi del reporter protagonista con prostitute, poveracci e giornalisti dal carattere monodimensionale, e che non è mai realmente coinvolgente o interessante (fa eccezione una breve sezione nel prefinale)… è davvero possibile giudicare un'avventura grafica basandosi esclusivamente su una premessa così negativa?
Forse no, ma cercherò ugualmente di passare ad altro.
Ennesima avventura con visuale in prima persona, prodotta dalla Galilea (quelli dei “Cameron's Files”) e distribuito dalla Microids, “Jack lo Squartatore” appare da subito un'occasione sprecata: un blando filmato introduttivo (uno dei tanti che faranno anche da intermezzo fra una giornata e l'altra) ci 'immerge' nel quartier generale dell'avventura, ovvero all'interno della redazione in cui lavora il protagonista, un giornalista di nome James Palmer. E' qui che tornerà a fine giornata per scrivere il suo articolo quotidiano su Jack, tanto bramato dal venale caporedattore.
Ci muoveremo nel classico motore grafico strabusato da molte avventure, risolvendo enigmi, che perlopiù riguarderanno il parlare con la persona giusta al momento giusto, lungo dodici giornate alla caccia dello Squartatore. A parte i dialoghi, ci aspettano (pochi) puzzle di natura diversa, ma abbastanza stimolanti e per fortuna non troppo classici.
Graficamente ci troviamo di fronte a bruttini personaggi poligonali dotati di poche animazioni e adattati a buoni sfondi prerenderizzati: il risultato è scarso e sembrerà di guardare un'avventura di almeno cinque anni più vecchia - il gioco è del 2004.
Gli effetti sonori sono appropriati, mentre il doppiaggio, in italiano, avrebbe fatto meglio a non esserci: da voci palesemente effeminate ad intonazioni del tutto errate, culminerà in frasi recitate a metà o comunque tronche. Rabbrividiamo.
Le musiche, d'altro canto, sono discrete ma finiscono per essere offuscate dal resto. Il consiglio è quello di ascoltarle a parte… sembra strano ma è meglio così. Applausi invece per gli splendidi pezzi cantati magnificamente dal personaggio di Abigail, ovvero da una certa Djazia Satour: sono veramente notevoli (provate anche ad ascoltare l'arrangiamento al piano di “Come Live with Me”) e sicuramente sprecati in un prodotto come questo.
Mi rendo conto di essere stato implacabile nel giudizio di “Jack lo Squartatore - New York 1901”… purtroppo questa avventura non mi ha lasciato assolutamente nulla, ma riconosco che chi è a caccia di enigmi sempliciotti conditi da un'atmosfera (forzatamente) misteriosa e riesca anche a non badare troppo al tragico epilogo sorvolando sulle numerose mediocrità qua e là, possa addirittura trovarla passabile. Pessimo: 1 su 5.
 
Nota: inspiegabilmente i caricamenti per richiamare una vecchia partita e anche quelli di transizione fra un 'passo' e l'altro sono estremamente dilatati. Un'altra imperfezione.
by Gnupick
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