Il Ritorno all'Isola Misteriosa
Il buon vecchio Jules Verne rischia di diventare solo un pretesto per avventure grafiche a basso budget che puntino sull'acquisto a scatola chiusa, così come accaduto spesso con i titoli che usavano la storia antica per attrarre il pubblico (“Egypt”, “Pompei”, “Louvre - La Maledizione Finale” e via dicendo): ma se tutti i giochi sono come “Il Ritorno all'Isola Misteriosa”, ben vengano!
A scapito della mole impressionante di avventure con visuale in prima persona, “Il Ritorno all'Isola Misteriosa” si distingue per due validi motivi: 1) non ci tedia all'inverosimile con puzzle meccanici, spesso utilizzati per coprire scarsa inventiva da parte degli sviluppatori; 2) permette di adottare diversi modi e tecniche per risolvere i numerosi enigmi, con un sistema che mi ha ricordato - in parte - il vecchio “The Legend of Kyrandia - Book I - Fables and Fiends” e, in un altro campo ma più similmente, “Deus Ex”.
La trama racconta di una giovane navigatrice, Mina, che naufraga su un'isola apparentemente deserta. E', naturalmente, la stessa 'isola misteriosa' descritta da Verne nell'omonimo romanzo (considerato un seguito di “Ventimile Leghe Sotto i Mari”). La prima cosa da fare nei suoi panni sarà, coerentemente, trovare del cibo avendo accesso solo a poche locazioni. In seguito, Mina si occuperà di far luce sulle strane apparizioni di un certo 'Capitano Nemo' che sembra aggirarsi sul posto. Sull'isola - 'Lincoln Island' - troveremo anche i resti dei precedenti 'abitanti', ovvero dei protagonisti del romanzo dello scrittore francese. Se qualcuno si sta chiedendo come mai ci siano tracce del loro passaggio, dato che alla fine della storia originale Lincoln Island veniva distrutta, non temete: tutto sarà spiegato a tempo debito.
Dopo poco il campo di gioco si allargherà e cominceremo a riempire lo zaino di oggetti, tanti oggetti. A questo proposito è giusto spendere due parole sull'inventario, che occupa l'intero schermo: passeremo gran parte del tempo a manipolare i numerosi arnesi che avremo sotto mano, e spessissimo le combinazioni richiederanno più di tre elementi, in un modo più complesso ma meglio riuscito rispetto al contemporaneo “Agatha Christie - E non ne Rimase Nessuno”. Inoltre, dall'inventario richiameremo una sorta di diario in cui Mina riepilogherà gli obbiettivi del gioco, e un telefono cellulare di scarsa utilità. In ogni caso, il lavoro di manipolazione degli oggetti rappresenta il punto cardine del gioco, poiché gran parte degli enigmi si basa proprio sulla realizzazione di strumenti utili per la sopravvivenza sull'isola. A circa un terzo dell'avventura, infine, si affiancherà una simpatica scimmietta che potremo usare come un oggetto dell'inventario (un po' come accadeva con Max in “Sam & Max - Hit The Road” - ma con le ovvie limitazioni animaliste!).
Il gioco non sembrerà particolarmente arduo, ma dopo la scoperta della 'Granite House' le cose si faranno più complicate: dal procacciarci del cibo e costruire rudimentali armi di difesa, passeremo a creare componenti chimici dal nulla e realizzare intricate pile elettriche e pericolosi parafulmini. Senza parlare della sovrabbondanza di oggetti, che copriranno quasi tre schermate dell'inventario. Verso il finale dovremo anche vedercela con un paio di enigmi meccanici che ci daranno un po' di filo da torcere e… sì, anche con qualche momento arcade.
In generale, la risoluzione degli enigmi è sempre appagante (vedrete che soddisfazione riuscire a realizzare la vostra prima lenza da pesca) e questo è un qualcosa che non sempre accade in un'avventura odierna.
Grafica e sonoro sono funzionali a ciò che si vede: buoni i paesaggi, discrete le musiche e gli effetti. Il motore grafico in prima persona fa il suo lavoro senza troppe lodi, anche se mancano le animazioni di transizione fra una schermata e l'altra.
Sono presenti solo due filmati in Full Motion Video (come presentazione e come finale), mentre il resto delle sequenze di intermezzo è presente sottoforma di storyboard animato: curiosa soluzione economica, ma ben realizzata.
“Il Ritorno all'Isola Misteriosa” (inizio 2005) è caratterizzato da esplorazioni solitarie e combinazioni di oggetti, e mi sento di dire che nel suo genere è un buon prodotto. L'unico difetto è forse la scarsa longevità (l'ho terminato davvero in poco tempo), dovuta anche ad una difficoltà generale non esagerata: al termine del filmato finale vi chiederete 'E poi? E tutti gli altri strumenti per i quali ho sudato per realizzarli?'. Ma è un difetto che mi sento - in parte - di perdonare in virtù della rigiocabilità garantita: come già accennato, gli enigmi si potranno risolvere in diversi modi e al termine del gioco saranno molti gli oggetti inutilizzati.
Il titolo manca di quel 'tantino' (trama, intreccio, caratterizzazione del personaggio, grafica più all'avanguardia) che lo avrebbe portato ad essere considerato un esempio per molti futuri giochi dello stesso genere. In ogni caso, la Adventure Company (grazie al lavoro dei Kheops di “Egypt III”) centra l'obiettivo con un prodotto ben realizzato che rispetta e sfrutta a dovere il lavoro di Verne. Voto: 3 su 5.
by Gnupick
Commenti (2)
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Recensione Il Ritorno all'Isola Misteriosa. Gnupick's corner, l'angolo delle avventure grafiche. Recensioni, commenti, schede, analisi, retrogaming, discussioni su graphic adventures ed altri videogiochi non solo punta e clicca. Recensioni di giochi per PC con visuale in prima persona o in terza persona.
Si porta a termine in poche ore,non ci sono enigmi "spaccacervello"...ma la grafica è gradevole,la storia pure e ci si può sbizzarrire creando decine di oggetti per cavarsi fuori dai guai :)
Aggiungendo che adesso si compra a 7 Euro,che si può giocare più di una volta e che si sta lavorando al seguito...direi che si può fare :)