Grey's Anatomy - The Video Game
Partita con una (mezza) stagione striminzita tanto per rimpiazzare provvisoriamente il serial “Boston Legal”, “Grey's Anatomy” seppe in breve tempo conquistare una larga fetta di spettatori grazie a un riuscito mix di (tragi)commedia sentimentale e di 'medical drama'. Il successo portò il canale americano ABC (lo stesso dei serial “Lost” e “Desperate Housewives”) a tornare sui suoi passi e confezionare una serie completa al più presto, che sarebbe da lì a poco diventata uno degli show più seguiti della rete.
Inevitabile quindi la successiva trasposizione videoludica, annunciata dalla Ubisoft solo pochi mesi prima la sua effettiva uscita (avvenuta nel marzo del 2009).
“Grey's Anatomy - The Video Game” (della francese Longtail Studios) è il tie-in digitale della nota serie creata da Shonda Rhimes: all'interno della asettica cornice del Seattle Grace Hospital, si controllano a turno tutti i protagonisti del serial (piccole new entry e personaggi secondari inclusi) fra diatribe amorose, interventi impossibili e pazienti fuori di testa.
La definizione giusta per “Grey's Anatomy - The Video Game” è decisamente 'film interattivo'. La trama, divisa in cinque episodi (a loro volta scomposti in 'atti' e 'scene'), è un unico, gigantesco filmato realizzato con la tecnica del motion capture abbinata al cel shading, e interrotto spesso da sezioni ludiche. Questi momenti, che costituiscono interamente il gameplay del gioco, sono di due tipi diversi: le 'operazioni' o gli interventi diretti sui pazienti o sullo scenario, e una serie di minigiochi orientati perlopiù agli atteggiamenti e ai diversi approcci da adottare di fronte a una data situazione.
Per quanto concerne il primo punto, gli sviluppatori confezionano una sorta di emulo di “Trauma Center”, titolo uscito sulle console Nintendo (Wii e DS) che metteva nei panni di un chirurgo alle prese con interventi ai limiti dell'assurdo. La buona varietà di interventi garantisce, almeno per un po', un certo coinvolgimento: peccato però che siamo piuttosto lontani dalla complessità del gioco Nintendo, e che il tutto si riduca a piccole operazioni piuttosto pilotate e poco stimolanti. Comunque, il vero tonfo giunge analizzando il secondo aspetto, quello dei minigiochi: composti da blandi puzzle game, giochini a tempo e amenità del genere, sono spesso avulsi dal contesto e si ripetono all'infinito con difficoltà crescente, sembrando più delle interruzioni forzate della 'puntata' che il vero cuore pulsante del gameplay.
È facile comprendere come “Grey's Anatomy” abbia già detto tutto appena dopo il primo 'episodio'. Non c'è davvero molto da aggiungere, poiché si è di fronte a un titolo del tutto privo di qualsiasi profondità, che procede stancamente lungo tutta la sua durata. Non che i minigiochi o le fasi mediche siano mal realizzate: semplicemente, il concept rivela senza vergogna una rara pochezza ludica, cercando palesemente di abbracciare il pubblico casual e i fan del serial. Non bastano quindi i pallidi tentativi di illudere il giocatore di avere un qualche controllo sulla storia, presentando dei falsi bivi narrativi che in realtà si risolvono, al meglio, in un paio di battute diverse: “Grey's Anatomy” è figlio di una concezione di videogioco 'passatempo' che non cattura mai il giocatore, ma che comunque si lascia giocare fiaccamente quel poco che basta per considerarsi tale.
...i minigame sono invece frustranti e ripetitivi: in questo caso, bisognerà far arrivare le sfere a destinazione lungo una sorta di percorso a ostacoli.
Con un gameplay così debole, e con una sfida ludica praticamente inesistente, il dovere di salvare il gioco grava interamente sulle spalle della narrazione. Per fortuna, da questo punto di vista “Grey's Anatomy” si difende benino, grazie a una storia piuttosto estesa (incentrata principalmente attorno a un'epidemia di difterite) che riesce a concentrare tutti i clichè del serial. La vicenda, che copre un arco narrativo parallelo alla quarta stagione del telefilm, conserva tutti i punti di forza del modello ispiratore, riuscendo a essere insieme leggera, drammatica e, talvolta, perfino profonda. Quindi, oltre ai famosi monologhi di Meredith all'inizio e alla fine di ogni episodio, ritroveremo i temi e le situazioni tanto cari agli appassionati, sorretti dal simpatico e variegato cast virtuale, fra cui l'emotiva Izzie, l'arrogante Alex e la secchiona Cristina.
Non sempre i modelli dei personaggi sono all'altezza della situazione (la Bailey e Izzie su tutti), ma in ogni caso la sensazione di 'vivere' una lunga story arc di “Grey's Anatomy” resta davvero forte, grazie a una sceneggiatura che riesce a replicare, ma senza plagiare, lo stile della Rhimes. Una piccola curiosità: nessuno degli attori ha partecipato in qualche modo al videogioco, tranne la bella attrice Chyler Leigh, che ha prestato la voce al suo personaggio (nel serial interpreta il ruolo dell'insicura 'specializzanda' Lexie, sorella di Meredith). Comunque, le voci (inglesi) chiamate a sostituire il cast 'regolare' sono buone, e l'assenza non pesa più di tanto.
Buone le musiche, anch'esse riproposte o solo ispirate a quelle del serial. Purtroppo, però, si sente un po' la mancanza di quelle canzoni che hanno reso la colonna sonora del telefilm così unica e particolare: d'altra parte, non si poteva pretendere lo stesso budget utilizzato per acquistare anche quel tipo di licenze.
Cristina vivrà sulla propria pelle l'epidemia di difterite, e dovrà imparare a mettere da parte l'orgoglio per un po'...
Nonostante il gameplay insulso e l'incredibile ripetitività, un appassionato del serial difficilmente riesce a bocciare completamente questo “Grey's Anatomy”. Il titolo dei Longtail riesce infatti ad appagare il desiderio più importante di un fan: seguire cinque - buoni - episodi all'interno del folle, divertente e intenso microuniverso creato da Shonda Rhimes. 2 su 5.
La citazione:
Meredith: “Essere un buon medico significa ben più che avere ottime conoscenze tecniche. Vuol dire essere aperti. Alla fine i chirurghi scoprono che essere aperti agli imprevisti non è così duro. È l'essere preparati agli imprevisti che rappresenta un problema. Qualche volta ti prepari mentre cammini. Altre volte ti prepari sul posto. Se sei fortunato, qualcuno preparerà per te. Se non sei fortunato, nessuno preparerà al tuo posto. Ma ci sono delle volte in cui tutta la preparazione del mondo… Semplicemente. Non è. Sufficiente”
 
Nota: La versione analizzata è quella su PC. Il gioco è uscito, pressocchè invariato, anche su Nintendo Wii e Nintendo DS.
by Gnupick
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