Broken Sword II - La Profezia dei Maya
Dopo un'attesa di appena un anno, la Revolution di Cecil si ripresentò con il seguito dell'apprezzatissimo “Broken Sword - Il Segreto dei Templari” (distribuito ancora dalla Virgin).
Dopo una breve relazione di qualche mese con la giornalista parigina Nicole Collard, George Stobbart è costretto a tornare in America per assistere il padre morente, lasciando la ragazza fra le grinfie di Andrè Lobineau, lo storico spasimante della bella francesina. Sei mesi dopo, Nicole richiama George per un affare riguardante la consulenza di un archeologo circa una pietra Maya, artefatto di cui la giornalista è venuta in possesso per caso mentre indagava sul traffico di droga di un certo Karzac.
Arrivati alla villa dell'archeologo, Nicole viene rapita da un duo di strani uomini sudamericani (Pablo, l'aggressivo omaccione, e Titipoco, il nanetto con difficoltà di linguaggio), mentre George viene legato ad una sedia e minacciato da una tarantola particolarmente litigiosa. Il tutto mentre la villa va a fuoco. Non era certo questo il ricongiungimento con Nicole che aveva in mente il povero americano…
In seguito, i nostri due eroi finalmente insieme, scopriranno che da lì a poco sarebbe avvenuta un'eclisse la quale, secondo una profezia Maya, avrebbe presagito il ritorno di Tezcatlipoca, il dio della notte della mitologia azteca, imprigionato per secoli all'interno della sua prigione, lo specchio fumante.
“Broken Sword II - La Profezia dei Maya” (in originale “Broken Sword II - The Smoking Mirror”) si presentò nel '97 confezionato a tempo di record, probabilmente per cavalcare l'onda del primo capitolo. Si dice che i seguiti siano un more of the same dell'originale... in questo caso, purtroppo, vale più il 'less of the same': “La Profezia dei Maya” è inferiore al capostipite sotto molti punti di vista.
In realtà, qualche miglioramento c'è. Innanzitutto la grafica, mossa dallo stesso motore de “Il Segreto dei Templari”, è stata rifinita con un numero addirittura maggiore di animazioni di ottima qualità e da vari effetti per palati più fini (riguardanti ad esempio la definizione del fumo o dei riflessi). Maggiore cura è stata riposta negli sprite, e tutti i personaggi ne beneficiano, a partire da George stesso. In particolare, alcuni di essi sono davvero enormi e riempiono gran parte dello schermo, evitando quindi in parte l'effetto 'sgranato' del primo capitolo. A ciò si aggiunge anche un filtro grafico calcolato ad hoc per far quasi sparire il problema.
Le cutscene, meglio miscelate al gioco, sono più belle da vedere e superiori in quanto a fluidità dell'animazione (ho anche notato una definizione più pulita delle stesse).
Anche sul profilo audio ('ripulito' per l'occasione) le cose sono migliorate. L'ottima colonna sonora del primo capitolo (affidata ancora a Pheloung) è stata rimpolpata con freschi temi adatti alla nuova ambientazione (ricorrente il theme di Tezcatlipoca) ed usata in modo ancora più oculato che in precedenza (secondo ciò che avviene sullo schermo o perfino secondo ciò di cui si parla), riducendo anche i problemi del volume altalenante. Segnalo anche una simpatica canzone inedita - dal sapore reggae - che ci verrà proposta durante i titoli di coda. Sotto il profilo musicale, insomma, “La Profezia dei Maya” sfiora la perfezione.
Miglioramento anche riguardo gli effetti sonori, più numerosi che in precedenza (ma, aggiungo, nel complesso appena sufficienti) e meglio utilizzati. E il doppiaggio, addirittura superiore e dall'adattamento più coerente (sparite le anomalie e gli scambi di voci), mantiene anche una certa continuità con i doppiatori utilizzati (lo ripeto, davvero bravi). Ad essere pignoli, ci sono un paio di sbavature (la recitazione di Karzac è troppo impostata e alcune pronunce sono diverse secondo il personaggio che parla), ma nel complesso il lavoro è eccellente.
Anche l'interfaccia, già basilare nel primo capitolo, è stata ulteriormente snellita. L'inventario apparirà questa volta in basso allo schermo e in alto invece ci saranno le opzioni al completo (mancherà quindi il menù a schermo pieno). Il cursore intelligente è stato dotato di un numero minore di icone (sparita la lente - per esaminare - e l'ingranaggio - per utilizzare), rendendo la cosa meno confusa ma aggiungendo una chiara descrizione dell'oggetto al passaggio del mouse, assente nel gioco precedente. Altra introduzione è il doppio click sull'uscita per 'teletrasportarsi' velocemente alla locazione successiva.
Durante i dialoghi, poi, è scomparsa la possibilità di mostrare ogni oggetto all'interlocutore, e il meccanismo è stato limitato solo ad alcuni già previsti dal gioco. Questo toglie un po' di difficoltà o di piacere nel provare tutte le combinazioni possibili, ma alleggerisce gradevolmente la struttura.
Molto fastidiosi però alcuni bug nella programmazione che tradiscono la fretta con la quale è stato confezionato il prodotto, e sono parzialmente risolti dal lavoro dello ScummVM.
La vera novità di questo seguito è che la giovane Nicole è stata a tutti gli effetti promossa come vera co-protagonista e ci troveremo a controllarla quasi quanto il biondo americano, secondo un bel montaggio alternato dallo stile cinematografico. Il sistema funziona benino ed è divertente vivere l'avventura secondo due punti di vista piuttosto diversi e spesso in contrasto.
George e Nicole fuggono da Quaramonte in barca. Questa è l'unica cutscene realizzata in 3D. Strana ma buona.
Fin qui, quindi, sembrerebbe che, nonostante il pochissimo tempo a disposizione, la Revolution abbia compiuto il miracolo di rendere il seguito migliore dell'originale (chi ha detto “Monkey Island 2 - LeChuck's Revenge”?). In verità, a fronte delle succitate migliorie tecniche (o, comunque, di contorno), una cura minore in tutti gli altri aspetti rende l'esperienza de “La Profezia dei Maya” parecchio meno interessante del capitolo precedente.
Per cominciare, questo capitolo è ancora più semplice da portare al termine rispetto al già non impossibile “Il Segreto dei Templari”. La linearità della struttura e la scarsezza di locazioni esplorabili per sezione è a volte davvero soffocante, e inoltre gli hot spots sono di numero minore rispetto al primo capitolo. Se a ciò aggiungiamo che, come in precedenza, la maggior parte gli enigmi va risolta parlando con la persona giusta o semplicemente esplorando bene la zona, va da sé che “Broken Sword II” sia quasi autosolvente. In effetti ci sono un paio di sezioni più ostiche (il labirinto nella giungla e il macchinario Maya - non difficili ma snervanti), ma possono perfino essere 'saltate' con un trucchetto: si tratta peraltro degli unici due casi in cui si potrà intraprendere un'altra via per portare a termine un puzzle.
Ok, non sarebbe un dramma avere una difficoltà di gioco minima se il coinvolgimento restasse vivo per tutto il tempo. Purtroppo non è così: sia la trama che la sceneggiatura sono di qualità molto inferiore a “Il Segreto dei Templari”. Mentre i dialoghi, dimezzati rispetto all'episodio precedente a seguito delle critiche (in effetti ne giova la fluidità, ma non mi dispiaceva l'approfondimento del primo gioco), restano di ottimo livello e gli scambi fra i due protagonisti e i personaggi non giocabili rimangono molto divertenti, il plot e l'intreccio non sono dei migliori.
“La Profezia dei Maya” è un titolo più esotico del precedente. Il tema centrale è sicuramente più violento (sacrifici umani, dèi della morte, poteri magici, traffici di droga) e in generale il tono è potenzialmente più dark. Forse proprio per bilanciare questo aspetto i programmatori hanno optato per una tendenza alla commedia che risulta evidente fin dai primi minuti del gioco. Lo humor è molto più presente rispetto al capostipite, che invece raggiungeva un ottimo compromesso fra seriosità e umorismo. Sfortunatamente, in “La Profezia dei Maya” la comicità è spesso estrema, a volte del tutto fuori tema (il film sui pirati, il guardiano del porto) e sfocia volentieri nel bizzarro/grottesco più spinto e addirittura pecoreccio. Connotati di questo tipo erano presenti già in “Il Segreto dei Templari” ma si era riuscito a tenerli a bada e l'aspetto restava marginale e tutto sommato abbastanza gradito. Ciò che più sembra fuori luogo è proprio lo humor 'tappabuchi', le varie situazioni di commedia totalmente slegate dal contesto in cui si ritroveranno George e Nicole. Può darsi che questa sia una conseguenza della sceneggiatura, poco incisiva e neanche troppo articolata (sono lontani i fasti del primo gioco): in effetti il plot dei Maya è piuttosto esile e con colpi di scena praticamente nulli - una storia senza molte pretese dall'incipit banale (le tre pietre sparse per il mondo) che prosegue senza grandi guizzi creativi.
L'aspetto storico non è neanche particolarmente sviluppato, e l'intera trama sembra un pretesto affrettato e pieno di luoghi comuni per trasportare “Broken Sword” in un'atmosfera diversa dal solito.
A ciò si aggiunge un villain - Karzac - che non regge assolutamente il confronto col suo predecessore: una macchietta stereotipata con al seguito degli scagnozzi altrettanto piatti. La figura del generale Raul si discosta un po' da questa mediocrità generale, ma è sviluppata in modo troppo veloce e non lascia il segno.
Nicole di fronte a... Robert Foster di "Beneath a Steel Sky?? Ah, si tratta solo di un simpatico easter egg.
Nonostante ciò, forse aiutato proprio dal tono umoristico della vicenda, George risulta essere molto più simpatico di prima: cominciando a ironizzare sulla sua natura perbenista, finisce per accentuare la sua aria tronfia solo per poi dimostrarsi un antieroe un po' imbranato e più insicuro di prima. Senza snaturare il personaggio, i programmatori sono riusciti a dargli un'umanità generale che non guasta affatto e il giocatore è senza dubbio molto più immedesimato e affezionato.
Simpatica anche la 'spalla' Titipoco che assume un ruolo simile a quello di Chewbacca di “Star Wars” (laddove George è ovviamente Han Solo) sul finale.
A proposito di finale, anche stavolta è un po' affrettato riguardo la sorte dei nostri eroi, ma l'ultima cutscene è comunque emozionante e spettacolare.
Tutti questi fattori mi hanno fatto pensare che, in fondo, “La Profezia dei Maya” stia a “Il Segreto dei Templari” come “Indiana Jones e il Tempio Maledetto” sta a “I Predatori dell'Arca Perduta” (l'archeologo dell'avventura è la principale fonte di ispirazione della saga videoludica inglese): un seguito più violento ma orientato verso la commedia più sboccata, realizzato egregiamente ma che non convince appieno nella sua totalità.
“Broken Sword II - La Profezia dei Maya” è un titolo divertente che però perde il confronto col capostipite. L'ottimo aspetto audiovisivo non riesce a compensare del tutto le mancanze del soggetto e della sceneggiatura e la carenza di enigmi degni di questo nome. Questi aspetti fanno di questo seguito un gioco buono e degno di appartenere alla saga, ma non memorabile. Il voto è 3 su 5.
La citazione:
(George è sul tavolo sacrificale della piramide Maya)
Pablo: “Stai attento che Stobbart non faccia uno dei suoi scherzi! Se ci prova, sparagli in testa! Non colpire il cuore!”
Raul: “Cosa cambia? Morirebbe in entrambi i casi!”
Pablo: “Il suo cuore appartiene a Tezcatlipoca!”
George: “Non è vero, abbiamo soltanto cenato insieme un paio di volte”
 
Nota: Anche per “Broken Sword II” conviene leggere il readme dello ScummVM per emulare il gioco alla perfezione. Ho però trovato gli stessi difetti di risoluzione del primo capitolo. Il programma però si sforzerà di correggere i numerosi bug del gioco, per cui conviene comunque adottare in ogni caso questa soluzione.
by Gnupick
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