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Agatha Christie - Assassinio sull'Orient Express


Un giallo senza ansia, mistero e ambiguità, non può considerarsi un giallo. E questo Agatha Christie lo sapeva fin troppo bene: non a caso, uno dei suoi tratti distintivi era quello di rispettare le suddette caratteristiche rinchiudendo in uno stesso luogo persone molto diverse fra loro: spesso per età, sesso, classe sociale e nazionalità.
E' quasi inevitabile, quindi, pensare al treno come calderone bollente in cui tutti questi ingredienti vengono automaticamente ben dosati, pronti alla cottura. In questo caso, poi, non si tratta di un treno qualsiasi, ma dell'Orient Express, storica linea ferroviaria che favoriva lo scambio fra l'Europa e l'Oriente, collegando Parigi a Istanbul.

“Assassinio sull'Orient Express” è uno dei romanzi più famosi della scrittrice inglese. L'opprimente sensazione di sospetto e diffidenza è ingigantita da un altro dei meccanismi tipici della Christie: l'isolamento del gruppo dal resto del mondo. Non basta, quindi, che il misterioso omicidio si compia in un luogo angusto popolato da personaggi bizzarri e oscuri, ma ecco una poco provvidenziale valanga di neve bloccare irrimediabilmente il treno, costringendo i suoi occupanti ad attendere il lento arrivo dei soccorsi.
Sorte vuole che la creazione più nota della Christie, l'investigatore belga Hercule Poirot (protagonista di un ciclo di romanzi), si trovi proprio all'interno dell'Orient Express nel momento in cui il delitto si consuma. Suo compito sarà, quindi, quello di scovare il responsabile del misfatto e consegnarlo alla giustizia.



Forzatissimi e stupidi enigmi ci aspetteranno durante la prima sezione all'aperto di Istanbul.

Nel gioco della Awe Games (edito verso la fine del 2006), impersoneremo un'impiegata dell'Orient Express, una francese di nome Antoinette Marceau (introduzione dei programmatori che sostituisce il signor Bouc del romanzo originale), che si improvviserà collaboratrice ufficiale di Poirot, costretto a letto in seguito ad una brutta caduta che ha portato alla slogatura della caviglia. L'incidente è la conseguenza diretta della brusca frenata del treno, atta ad evitare la valanga finita sui binari.
Da lì a poco avverrà l'omicidio di Samuel Ratchett, un ricco signore che poco prima aveva avvertito Poirot stesso di sentirsi in pericolo di vita. Ben presto si scoprirà che Ratchett era il principale colpevole dell'omicidio di una bambina avvenuta anni prima. E forse, nel treno, non è l'unico ad essere in qualche modo legato a quella vicenda…

Il gioco consiste, perlopiù, nell'interrogare i sospetti, raccogliere impronte e passaporti e unire insieme degli oggetti per realizzare dei rudimentali strumenti di investigazione e poco altro. Questi 'compiti' verranno assegnati da Poirot, dal quale si dovrà tornare piuttosto spesso per fare il punto della situazione.



Poirot ci invita ad usare le 'celluline grigie' durante una delle relazioni di Antoinette. Ma il lavoro di cervello lo farà tutto lui...

“Assassinio sull'Orient Express” non trasmette, purtroppo, né ansia, né mistero, né ambiguità. La protagonista (un personaggio stilizzato che agisce come una marionetta di Poirot) si limiterà a parlare coi personaggi del treno per gran parte del tempo, a visitare e rivisitare gli stessi scompartimenti, e a mettere un paio di volte il muso fuori in cerca di indizi. Il tutto con una freddezza sconcertante, che peraltro traspare anche dai sospettati: personaggi interessanti ma dalle personalità gelide che li faranno assomigliare più a degli automi 'necessari' a superare un enigma che a esseri umani spaventati e misteriosi. A nulla servono i lunghissimi e tediosi dialoghi di cui il gioco è composto: si comporteranno tutti come dei bot che non comunicano la minima emozione. E questo, in una storia in cui in una storia in cui ci si diverte a 'indovinare l'assassino', e il tutto è giocato sulle simpatie e antipatie dei vari character, è piuttosto grave. Se a ciò aggiungiamo anche il fatto che sarà difficile ricordare i fatti e perfino i nomi dei personaggi, la struttura narrativa risulta essere vicina al fallimento.
Chiariamoci: la trama (che poi è quella del romanzo) è buona. Semplicemente, è fin troppo evidente il 'lavoro su commissione': una storia narrata senza passione, senza alcun coinvolgimento. Il precedente lavoro della Awe Games, Agatha Christie - E non ne Rimase Nessuno, aveva almeno dalla sua una certa tensione infusa automaticamente dall'escalation di omicidi, durante i quali si cercava di indovinare 'chi sarebbe stato il prossimo'. “Assassinio sull'Orient Express” ha un solo omicidio: il resto sono chiacchiere infinite e indagini tediose. Non c'è un guizzo, non c'è pathos… tutto procede lentamente fino al lungo e logorroico finale.



Presa! E ora a cosa ci servirà? A ben poco...

La lentezza generale è avvalorata anche dalla struttura degli 'enigmi'. Ho usato le virgolette poiché di enigmi veri e propri si contano sulle dita di una mano: il resto è catalogazione di impronte e lunghi dialoghi. Infatti, fra i primi compiti che ci saranno assegnati da Poirot, ci sarà il recupero dei passaporti e delle impronte digitali di tutti gli occupanti del treno. Come fare per risolvere questi difficilissimi e avvincenti puzzle? Semplice: basterà chiedere gentilmente ai viaggiatori di darci ciò di cui abbiamo bisogno. Tutto qui.
In seguito, gli homeworks di Poirot si faranno più numerosi e fumosi, e sarà un po' più difficile riuscire a capire cosa resti da fare… magari ci è sfuggito un oggetto in una cabina già controllata in precedenza, o abbiamo saltato una frase di dialogo? Più spesso non sapremo come realizzare un utensile con la manipolazione dell'inventario: gli indizi su come e con cosa combinare i nostri possedimenti saranno pressocchè nulli, e non ci resterà che procedere quasi a caso, con la vocina di Poirot sempre in testa che si complimenterà per un successo e ci riprenderà dopo un errore.
Non arriva in soccorso nemmeno la struttura dell'interfaccia, composta da numerose, pesantissime e macchinose sezioni: una di inventario, una di manipolazione di oggetti, una di confronto per le impronte, una per i passaporti e un'altra di documenti/appunti, in cui sarà anche annotata una cronologia degli eventi ben poco utile. A tale proposito, non c'è un solo momento nel gioco in cui 'dedurremo' qualcosa prima di agire: il lavoro investigativo non va oltre la raccolta di impronte, ed è davvero frustrante avere un'interfaccia così dettagliata e non poter praticamente mai arrivare ad una qualsiasi conclusione circa i fatti accaduti. Non saremo altro che le braccia e le gambe del tronfio Poirot, che elargirà illazioni e perle di saggezza dall'alto del suo caldo letto.
Non parliamo poi di quando saremo costretti a manipolare tre oggetti consecutivamente con la sezione apposita: il grande numero di ammennicoli che ci porteremo dietro confonderà ulteriormente le idee, e sarà molto arduo riuscire a beccare gli oggetti giusti da combinare (anche perché non avremo molti indizi). Faremo appello alla fortuna… o ad un walkthrough (senza rancore).
Perlomeno, l'interfaccia provvede ad appuntare costantemente i progressi sui sospettati, e ci aiuterà molto nel raccapezzarsi fra i mille nomi e le mille storie.

Si riscatta parzialmente la grafica degli ambienti, sempre puliti e dettagliati secondo la tecnica della prerenderizzazione del 3D. In 3D reale sono invece i poligoni dei personaggi, piuttosto scarni di dettagli e dotati di poche espressioni facciali. Molto numerosi i filmati di intermezzo, realizzati con la solita scarsa inventiva.
Il sonoro fa uso di ottimi suoni e di discrete musiche (molto atmosferica quella del menu iniziale), e di un doppiaggio altalenante (spesso Antoinette sbaglierà il tono delle domande).



A volte, durante le nostre indagini, vedremo qualche inquadratura suggestiva.

Un archivista che svolge le mansioni di un suo superiore su e giù per un treno, rivedendo sempre le stesse locazioni e compiendo le medesime azioni, non ha bisogno di usare particolarmente le proprie 'celluline grigie': ed è così che ci sentiremo durante il mediamente lungo viaggio sull'Orient Express. Il titolo si salva solo per la bontà del modello ispiratore, ma rischia più volte di infangarlo.
Così come Antoinette, la Awe Games ha fatto i suoi 'compiti per casa' senza eccellere in nessun aspetto, senza particolare creatività e, soprattutto, senza anima. Il gioco non è così male, ma certamente non rende giustizia alla signora del giallo.
Riguardo la fedeltà al romanzo, c'è da notare che sarà presente una divagazione (neanche tanto malvagia) proprio sull'ending, che in teoria dovrebbe rendere appetibile la storia anche a chi conosce a menadito gli eventi del romanzo. Finale che, forse, possiede gli unici momenti emozionanti del gioco.
Ho evitato accuratamente di citare l'intenso e bellissimo “The Last Express” poiché, purtroppo, si tratta di un paragone alquanto impietoso. Voto: 3 su 5.

La citazione:
(ogni qualvolta che Antoinette commetterà un passo falso)
Poirot: “Usi le celluline grigie, signorina Marceau”


by Gnupick






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Commenti (6)

L'Enigmista. : Mi dispiace ma questa volta non sono d'accordo con Gnupick.
Troppo basso il voto.
Premetto di non aver giocato a The Last Express,l'ho ammetto.
Riconosco i vari problemi evidenziati e tutti giusti e presenti.Però forse hai fatto fronte ai lati negativi e ben poco ai lati positivi:lunga longevità(ci metti parecchio a completarlo),tensione azzeccata e musiche fantastiche.
Mi sono piaciute tantissimo le colonne sonore,parte quella del menù davvero evocativa le altre sono ben fatte e un 7 per queste glielo darei.
I personaggi trovo che siano fatti identitici al film e al libro.L'immersione del giocatore non manca,all'inizio per esempio trovo che sia molto coinvolgente l'idea dove Poirot sfida Marceau a indovinare i passeggeri.
Il finale anche mi è piaciuto parecchio(un pò si discosta dal libro).
In definitiva un 7 all'intero titolo lo assegnerei.


angelo : ottimo gioco complimenti ai creatori, mi sarebbe piaciuto vedere la continua gli stessi personaggi riuniti su una nava da crociera o in una villa, riuniti li da una oscura presenza


Dark Angel : ottima la grafica, ottimi gli effetti sonori, il bello è quando aiutiamo la svedese a ragiungere il treno, e che dire della fine fantastica.


angelo : scusate per come scrivo ma è l'emozione, giocare ad un gioco cosi bello


Marisella : quali dei personaggi vi è piaciuto?


l'ho letto : angelo guarda che c'è anche i 10 piccoli indiani da leggere quindi usi le ''celluline grige''




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