3 Skulls of the Toltecs
Fenimore Fillmore è un simpatico pistolero nell'America di fine '800. Il suo passato è pieno zeppo di grandiose ed epiche avventure e... uhm… beh, in realtà del suo passato si sa poco o niente, ciononostante saremo lui a guidare in “3 Skulls of the Toltecs” (sviluppato dalla Revistronic). Diciamo solo che il buon Fenimore è solo un (giovane) uomo che cerca di farsi strada nel Far West (quasi cit.). Il destino vuole che il nostro eroe 'salvi' (beh, non proprio…) un anziano signore da una banda di malintenzionati a caccia di uno strano teschio dorato. L'uomo, in fin di vita, gli rivelerà un segreto: nei paraggi si trova un favoloso tesoro - dei 'Toltechi', appunto - cui è possibile accedervi solo possedendo i tre teschi d'oro che, posizionati in punti particolari (deja vu!), permetterebbero al tesoro di svelarsi. Inutile dire che lo scopo di Fenimore nel corso dell'avventura sarà recuperare i tre teschi e impossessarsi del malloppo.
Trattasi di un'avventura grafica in terza persona di stampo classico, “3 Skulls of the Toltecs” è un prodotto senza infamia e senza lode. Prendendo spunto da alcune avventure umoristiche degli anni precedenti (stiamo parlando del '95), soprattutto quelle LucasArts, si basa su una storia scanzonata ed enigmi nella norma, facendo uso di parodie e citazioni.
L'interfaccia è una copia (spudorata, per la verità) del vecchio SCUMM, con tanto di verbi in basso a sinistra per indicare le azioni e inventario a destra. Sicuramente intuitiva, ma abbastanza scomoda. Il tasto destro servirà per saltare i filmati e qualche sequenza non interattiva. I buoni e divertenti dialoghi sono gestiti seguendo la falsariga della Lucas, con piccole modifiche estetiche.
La grafica è accettabile: ben realizzati i filmati di intermezzo in stile cartone animato; numerose, anche se poco fluide (come in “Discworld”), le animazioni in-game. Un po' spogli gli sfondi. Gli effetti sonori sono perlopiù presi di peso da “Maniac Mansion - Day of the Tentacle”, mentre le musiche, in stile midi, svolgono sufficientemente bene il loro lavoro di commento. Le voci sono ottime (ho riconosciuto in Fenimore la voce di Dominic Armato, il Guybrush originale), con tanto di accenti stereotipati come il messicano o il cinese. Purtroppo non è tradotto nella nostra lingua: sia il parlato che i testi sono nella lingua di Albione, comunque comprensibile per chi ha una conoscenza media dell'inglese.
Gli enigmi si basano sulla classica combinazione di oggetti con lo sfondo e sulla manipolazione dell'inventario, e alcuni di essi sono piuttosto complessi ma mai insormontabili. Peccato che, dopo poco, il gioco rischia di cadere nella stessa trappola di “Discworld”: troppi oggetti, troppe locazioni visitabili, troppi personaggi… e si perde il filo dagli obbiettivi principali, che diventano poco chiari.
“3 Skulls of the Toltecs” è un'avventura che fa dell'umorismo e del tono leggero i suoi cavalli di battaglia. Nessuna innovazione, ma neanche degli errori imperdonabili, descrivono il classico prodotto medio adatto un po' a tutti: i personaggi simpatici, i dialoghi divertenti e la grafica piacevole rendono il titolo più appetibile. 3 su 5.
 
Nota: Con VDMSound il gioco girà più o meno bene anche sul moderno Windows XP. C'è da dire che non è esente da bug e di conseguenza talvolta vi ritroverete al desktop senza motivo apparente.
by Gnupick
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