C'era un tempo in cui la massima icona videoludica era un baffuto idraulico sovrappeso. Poi arrivo miss Croft, e quell'Era terminò brutalmente.
Nome: Lara Croft
Prima apparizione: 1996
Acerrimi nemici: Jacqueline Natla, Werner Von Croy, Amanda Evert
Segni particolari: Doppie pistole, lunga treccia, misure abbondanti
Ci piace perché: È la figura videoludica più nota e riuscita della storia
Non ci piace perché: La sua sovraesposizione può averla danneggiata
Il teaser poster di "Tomb Raider III" dimostra come il look di Lara sia facilmente inquadrabile anche solo dai suoi 'trademark': doppie pistole, forme abbondanti, treccia e occhiali da sole sono tutti lì, il volto non è necessario per riconoscere l'icona.
Sulla giovane avventuriera Lara Croft s'è detto e fatto praticamente di tutto. Dall'esordio quasi in sordina con il primo storico “Tomb Raider”, al boom di vendite, alla prima copertina conquistata su 'The Face', alla promozione a mascotte degli U2, alla produzione di gadget, action figure, fumetti, cortometraggi animati, film per il cinema: per Lara, il passaggio da eroina dei videogiochi a star mediatica è stato breve, ma destabilizzante e rivoluzionario. La protagonista della serie inaugurata dalla Core Design, infatti, non ha solo il merito di aver fatto conoscere un mondo - quello videoludico - che la stragrande delle persone non abituata ai 'giochini elettronici' ignorava bellamente (altri tempi: non c'era la nonna di Panariello con la sua Nintendo Wii), ma soprattutto porta sulle spalle l'onere della trasformazione di quel mondo: in un ambiente prettamente maschile, un personaggio femminile sexy ma determinato aveva il sapore della novità, di un qualcosa mai visto prima. Animata frame per frame, con quel profilo così 'geometrico' e solo lontanamente umano, Lara saltava fra un tempio e l'altro alla ricerca di manufatti nascosti ed evitando pericolose trappole, in una via di mezzo fra Indiana Jones e “Prince of Persia”.
Eppure, così come gran parte delle intuizioni più felici, anche Lara è nata quasi per caso. Per “Tomb Raider”, la Core era alla ricerca di un modello Indy style, una sorta di 'archeologo dell'avventura', forse banale ma certamente rassicurante. Fu il designer Toby Gard ad avanzare l'idea di un personaggio che non solo riuscisse a compiere evoluzioni sbalorditive con la felina agilità tipicamente femminile, ma che fosse anche bello da vedere. In seguito a un indovinatissimo lavoro di character design (misure generose, treccia lunghissima, top aderente, occhiali da sole, doppie pistole infilate in fondine legate alle cosce, moto d'ordinanza) nacque una star inizialmente sottovalutata dagli stessi autori, ma che da lì a poco sarebbe divenuta la gallina dalle uova d'oro della Eidos (publisher della saga), e avanguardia ufficiale di una lunga serie di iniziative - pubblicitarie e non.
Uno dei segreti del suo successo? La leggenda narra che il suo prosperoso 'davanti' (una vera sfida alle leggi della fisica) fosse originariamente frutto di uno scherzo di un grafico, che per gioco aumentò il volume del seno del 150%: il risultato piacque immediatamente a tutti (con buona pace del realismo), tanto che vennero poi mantenute quelle proporzioni.
Visto oggi, il modello poligonale della prima Lara - anche con l'ausilio di schede grafiche 3d - lascia in realtà parecchio a desiderare. Le forme 'spigolose' sono tutt'altro che sexy!
Timidi cenni biografici apparivano sul manuale del primo "Tomb Raider", che tracciavano Lara come l'ultima di una stirpe nobile inglese - i Croft - capace di poter finanziare autonomamente le sue spedizioni archeologiche in cerca di preziose reliquie. Tendenza molto (troppo?) british, cinismo a pioggia, e un generale atteggiamento da superdonna: è questa la Lara dei primi tre episodi, una protagonista one-liner molto più curata nel look da copertina (da sfoggiare alla fiere e sulle riviste) che nella personalità. Al culmine della popolarità e in seguito alla coronazione come feticcio erotico dell'immaginario nerd (e non solo), l'avventuriera ostentava più attenzione all'aspetto che alla simpatia, rinchiusa com'era in giochi troppo simili fra loro caratterizzati da design tortuosi, ambientazioni altalenanti e introspezioni psicologiche pari a zero.
La copertina di 'The Face' rappresentava un punto di svolta non solo per Lara, ma anche per l'intero mondo videoludico: mai prima di allora una prestigiosa rivista non del settore aveva dedicato la copertina a un personaggio non umano.
Bisogna aspettare il quarto capitolo, “Tomb Raider IV - The Last Revelation”, per riscontrare qualche approfondimento sul suo passato, con l'introduzione della figura del suo mentore e futuro rivale Werner Von Croy, che al termine del gioco la vedrà 'morire' sotto i suoi occhi.
Martoriata da una generale carenza di consensi (dovuti anche all'eccessiva sovraesposizione: siamo nel periodo del primo film cinematografico), la povera Lara appare un bel po' appannata, e tenta una prima resurrezione con il controverso “Tomb Raider - The Angel of Darkness”, mostrando un look dark/gothic molto riuscito all'interno di una trama finalmente più intrigante, con gameplay rinnovato e scenari atipici: purtroppo, però, il lato psicologico viene ancora una volta messo da parte, risultando qualcosa di poco approfondito che odora di deja vu. Il gioco, potenzialmente interessante, è devastato dai bug e si rivela un flop (il secondo film non va molto meglio), provocando il licenziamento della Core e gettando l'inglesina nel suo periodo - ironicamente - più 'oscuro'.
"The Angel of Darkness" era un titolo ricco di buone potenzialità e di importanti svecchiamenti, a cominciare dal nuovo look di Lara, ma la star ormai era al tramonto.
La vera rinascita avviene, un po' a sorpresa, con il “Tomb Raider - Legend” dei 'nuovi' Crystal Dinamics, che eseguono una sorta di parziale reboot della vita della protagonista e infilandola nel contempo in situazioni più classiche che strizzano l'occhio al gioco originale. La cosa, in principio, sembra non piacere ai fan puristi, ma ben presto appare evidente come il lavoro dei nuovi autori sia in realtà molto rispettoso del passato, ripescando gran parte dell'iconografia e vari frammenti di continuity (l'operazione è molto evidente nel successivo remake del primo episodio, “Tomb Raider - Anniversary”): più importante ancora, la 'nuova gestione' regala nuovo lustro all'avventuriera (illuminata nuovamente da papà Tony Gard, ora in veste di consulente). Lara è ora una donna visibilmente provata dalla perdita di entrambi i genitori, un personaggio dal sangue più caldo, più interessante e umano (si pensi ai cedimenti emotivi in "Anniversary", o al rabbioso confronto con Amanda nel finale di "Legend").
La nuova Lara by Crystal Dynamics esegue fedelmente una delle sue 'mosse' più classiche, ma fortunatamente il personaggio si è evoluto.
Lasciatosi alle spalle i tratti più stereotipati della sua personalità (purtroppo ritornati - in parte - nell'incompleto e frettoloso “Tomb Raider - Underworld”), l'attuale miss Croft svela almeno un po' d'arrosto dietro il fumo, e dimostra di volersi a tutti i costi meritare l'importante ma 'pesante' nome che porta.Poiché, in fondo, è giusto tener sempre presente la vera natura di Lara: quella di essere parte di un videogioco.
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TALENTI VOCALI
Nel corso degli anni, il viso e il fisico della prestante Lara si sono arrotondati, assumendo contorni via via più 'umani' e - perché no - seducenti. Le trasformazioni grafiche sono state accompagnate anche da variazioni nell'apparato audio: diverse sono infatti le attrici che hanno prestato la propria voce alla bella avventuriera. I primi vagiti erano di Shelley Blond, nell'originale Tomb Raider; dopo aver cambiato voce un paio di volte, durante l'odierna “Era Crystal Dynamics” la scelta è ricaduta su Keeley Hawes, attrice inglese piuttosto famosa sul suolo britannico. Per una volta, noi italiani abbiamo dimostrato più stabilità: da “Tomb Raider II” in poi (il primo a essere tradotto nella nostra lingua), la voce italiana di Lara è sempre stata quella - severa ma forse troppo matura - della brava Elda Olivieri.
L'attrice Elda Olivieri. Nel campo delle avventure grafiche, è stata anche la voce della francesina Nicole Collard nella saga di "Broken Sword".
CAPRICCI DI UNA DIVA
Così come tutte le superstar, anche Lara Croft è spesso al centro di chiacchiere, presunti scandali, e dicerie. Per esempio, la famigerata patch 'Nude Raider', inaugurata col primo “Tomb Raider”, permetteva di vedere Lara in versione 'nature' (ovvero, le sue forme spigolose) ed ebbe una gran diffusione, benché fosse stata proibita da Core e Eidos. Fra le varie critiche al gioco originale, inoltre, una delle più bizzarre proveniva dagli animalisti, che accusavano miss Croft di far strage di poveri lupacchiotti indifesi (si fa per dire). Tralasciando una lunga serie di gossip (come la voce secondo cui Lara si fosse sottoposta a un intervento del seno subito prima di “Tomb Raider - Legend”), troviamo un side effect quantomeno divertente: la parodia della nostra Sabrina Impacciatore a Super Ciro (Italia 1), sempre in combutta col giocatore dal 'dito a banana'.
La 'Nude Raider' in - ehm - 'azione'. Questo screenshot fa riferimento alla patch applicata su "Tomb Raider II".
AL CINEMA
Lady Croft ha calcato per ben due volte gli schermi cinematografici ed è stata interpretata in entrambi i casi dalla notissima Angelina Jolie. L'attrice americana offre una discreta prestazione nei (pochi) panni di Lara, ma le pellicole (dirette da due registi di filmetti d'azione ampiamente dimenticabili) non decollano mai e qualitativamente si assestano su livelli mediocri. La stessa Lara non fa molto per risultare simpatica al pubblico, proponendo stereotipi a valanga all'interno di sequenze perlopiù pacchiane, e la piacevole atmosfera da b-movie d'avventura non riesce a salvare la situazione. Si vocifera da tempo un terzo film… la domanda è: ne abbiamo davvero bisogno?
I VOLTI DI UNA STAR
La Eidos ha sempre puntato molto sul battage pubblicitario della serie, basandolo quasi unicamente sulla figura di Lara. Sono infatti molte le modelle che si sono avvicendate nel ruolo dell'avventuriera (l'ultima è la notevole Alison Carroll), ma a noi piace ricordare Rhona Mitra, attrice in carriera che sembrò voler catturare le attenzioni più sul suo nome che su quello di Lara. Dopo aver vestito i suoi panni per circa un anno (l'epoca di “Tomb Raider II”), Rhona ha appunto dimostrato di aver perfettamente compreso il mondo hollywoodiano, riuscendo a raggiungere l'ambito successo nel modo più veloce: è infatti comparsa come personaggio secondario in diversi film più o meno noti, in cui si ritrova puntualmente in situazioni sexy/erotiche con l'attore famoso di turno (che sia Kevin Bacon, Jim Carrey, Julian McMahon o Kevin Spacey). Così si fa!
LARA NELLA RETE
Se volete sapere di più sul mondo di Lara, propongo un paio di siti italiani: Tomb Raider Videogame.it, ricco di informazioni sul 'fenomeno Lara' e con un occhio particolare alla sua escalation, e Lara Croft Revolution, sempre aggiornato e pieno zeppo di sottosezioni. Naturalmente, Tomb Raider Chronicles resta il sito straniero più completo.
In passato testimonial del completissimo sito "Lara Croft Revolution", Maria è una delle cosplayer italiane di Lara più fedeli. Probabilmente avrete la fortuna di scorgerla in qualche fiera del settore...
(versione riveduta e corretta di un articolo originariamente apparso su "The Games Machine Speciale Gli Eroi dei Videogiochi", Novembre 2008)